Anacer ha fotografato la situazione della bilancia commerciale cerealicola italiana nel primo semestre 2022, in relazione ai dati del 2021. Secondo i dati dell'associazione, nei primi sei mesi dell'anno in corso, l'import è cresciuto in valore di oltre 1,2 miliardi di euro (4.595,2 milioni rispetto ai 3.309,7 dello stesso periodo 2021), mentre l'export di poco meno di 1 miliardo (2.901,5 milioni contro i 1.988,8 del 2021). Questi dati portano il saldo valutario netto di bilancio a un passivo di 1.693,7 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai -1.320,9 milioni del 2021.

 

Se il valore dell'import è cresciuto del 38,8%, in termini quantitativi l'aumento è molto più basso (+5,7%). Crescono gli arrivi di grano tenero (+374mila tonnellate), mais (+364mila tonnellate), orzo (+138mila tonnellate), oltre a buone performance per l'import di mangimi (+8%), prodotti trasformati (+13%) e crusca (+11%). Continuano a scendere gli arrivi di grano duro (-469mila tonnellate, -38%) e di semi oleosi (-66mila tonnellate).

 

Anche se non tiene storicamente il passo dell'import, per l'export, comunque sia, si tratta di ottimi dati, sia sul fronte del valore (+46%), che su quello quantitativo (+20%). Crescono le quantità esportate di cereali in granella (+210mila tonnellate) e pasta alimentare (+94mila tonnellate). oltre all'export di farina di grano tenero (38%) e semola di grano duro (+3%).