Nella Determinazione vi è inoltre conferma che le piante positive del nuovo focolaio di Monopoli sono infette da isolati di Xylella fastidiosa della sottospecie Pauca ST53, analisi genetica effettuata dal Cnr. Per il resto, la zona infetta e la relativa zona di contenimento restano invariate.
Dodonaea viscosa purpurea infetta in vivaio
Nella cartografia, pubblicata dal gruppo Infoxylella qui ripresa, e da quanto scritto nella Determinazione 179/2020 salta fuori un po' a sorpresa anche il focolaio con relativa zona tampone nella provincia di Barletta Andria Trani, più precisamente in agro di Canosa di Puglia, praticamente a due passi dalla provincia di Foggia, dalla superstrada che porta in Basilicata e dall'Autostrada A16 Napoli-Canosa. Tutti elementi che hanno subito provocato allarme.Anche se, a ben vedere: "Il focolaio in agro di Canosa è costituito da otto campioni pool (campioni multipli) di piante di Dodonaea viscosa purpurea distribuite in due siti, raccolti in un centro produttivo, distanti tra loro circa 500 metri e anch'esse infette da Xylella fastidiosa della sottospecie Pauca ST53" scrive il gruppo di agronomi di Infoxylella sul proprio profilo Facebook. Notizia che è facilmente riscontrabile sulla Determinazione 179/2020 dell'Osservatorio fitosanitario di Regione Puglia.
La Dodonaea viscosa purpurea è una pianta ornamentale da esterni di origine australiana che ben si adatta climi molto caldi come quello della Puglia, dove è utilizzata per la formazione di siepi ed è potenzialmente pianta ospite di Xylella fastidiosa. E restano comunque aperti molti interrogativi sul come il batterio possa essere giunto sin lì.
A questo punto la geografia della Puglia cambia di nuovo, con due nuove zone cuscinetto intorno ai focolai intercettati in zona indenne: uno a Polignano a mare in provincia di Bari, con un lembo dell'agro di Conversano, l'altro interamente dispiegato a Canosa di Puglia, nell'estremo Nord della provincia di Barletta Andria Trani.
Restart, Regione Puglia deve circoscrivere caso di Canosa
Su quest'ultimo caso è intervenuto Onofrio Spagnoletti Zeuli, imprenditore agricolo portavoce dell'associazione Restart, realtà che racchiude le maggiori aziende olivicole pugliesi nata dall'esperienza dei gilet arancioni dell'agricoltura del 2019: "Non è il caso di allarmarsi, ma c'è da essere seriamente preoccupati - ha commentato Spagnoletti Zeuli -. La Xylella al momento è presente in un vivaio di Canosa, e non in un oliveto, per questo motivo si può circoscrivere subito questo focolaio"."Occorre immediatamente chiudere la struttura e distruggere tutte le piante, ricostruendo la tracciabilità dei prodotti in ingresso e in uscita, e prevedendo naturalmente un giusto ristoro per il vivaio stesso" ha sottolineato il presidente di Restart.
"La Regione Puglia non perda nemmeno un secondo di tempo - ha concluso - non possiamo mettere a repentaglio il polmone olivicolo italiano rappresentato dalle province di Bari e Bat, occorre dare sicurezza e certezza per il futuro delle imprese". E restano comunque aperti molti interrogativi sul come il batterio possa essere giunto sin lì.
Coldiretti, caso conferma frontiere Ue sono colabrodo
"Il caso di infezione da Xylella fastidiosa in agro di Canosa di Puglia, accertata su piante di Dodonaea viscosa purpurea in un centro produttivo, con relativa zona tampone nella Bat, mette nuovamente sotto accusa il sistema di controllo dell'Unione europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari". È quanto denuncia Coldiretti Puglia rispetto ad una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta."L'infezione sulla Dodonaea viscosa è stata immediatamente accertata e circoscritta, con l'attivazione immediata di uno stringente cordone sanitario, grazie al senso di responsabilità del centro produttivo che ha un programma di analisi interne a calendario e il 14 ottobre scorso - spiega Coldiretti Puglia - ha disposto il campionamento e le relative analisi sul lotto delle piante specie ospite, riuscendo ad intervenire tempestivamente, attivando tutte le misure prescritte dal regolamento comunitario in caso di ritrovamento di fitopatie".