In Sicilia ammonta a 200 milioni di euro il danno economico inferto agli agricoltori impegnati nel comparto uva da tavola nel 2018 dal cracking, fisiopatia nota ormai da tempo e che periodicamente colpisce questa coltura. La notizia ha il crisma dell’ufficialità, poiché a rendere nota l’evidenza della calamità in tutta la sua gravità è una nota stampa della presidenza della Regione Siciliana, con la quale si da notizia di una lettera del presidente Lello Musumeci indirizzata al ministro Gian Marco Centinaio, con la quale si richiede il ricorso al Fondo di solidarietà nazionale per danni a colture, in deroga al Sistema assicurativo nazionale.
 

Danni per non meno di 360 milioni tra Puglia e Sicilia

I 200 milioni di danni accertati in Sicilia per il cracking sono una somma che va ad aggiungersi ai 160 milioni di danni già richiesti, sempre in deroga, da Regione Puglia per i danni da gelate del febbraio-marzo 2018 e senza contare i danni da gelo della Basilicata e quelli da piogge alluvionali della Calabria.
A questo elenco mancano ancora i danni in via di calcolo arrecati dalle alluvioni della Sicilia del fine settimana di Ognissanti 2018. Mentre sul bilancio del Mipaaft sul Fondo di solidarietà nazionale residuano complessivamente, compresi altri 5 milioni recuperati per le gelate in Puglia, non più di 18 milioni di euro. Una situazione sulla quale molto presto il Governo dovrà decidere, anche a fronte della manifestazione dei Gilet arancioni di oggi, che verte sopratutto sui danni da gelate da indennizzare in deroga agli olivicoltori pugliesi.
 

La lettera aperta di Musumeci a Centinaio

“La viticoltura da tavola siciliana sta attraversando una crisi senza precedenti, anche a causa del fenomeno del cosiddetto cracking che, nel periodo compreso tra giugno e settembre dello scorso anno, ha colpito le produzioni proprio durante la fase di maturazione. I danni accertati a seguito delle verifiche effettuate dagli uffici di questa amministrazione nei territori interessati dal fenomeno, concentrati nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Ragusa, ammontano infatti a circa duecento milioni di euro" scrive il presidente della Regione Siciliana Musumeci nella missiva indirizzata al ministro delle Politiche agricole Centinaio per sollecitare un intervento del governo nazionale a favore delle aziende vitivinicole dell'Isola.

“Tali ingenti danni - scrive il governatore siciliano - riguardano imprese già provate dalla lunga siccità dei mesi precedenti, la cui ripresa economica e produttiva, in assenza di adeguati interventi compensativi, appare difficilmente prevedibile. Sono note, al riguardo, le criticità che hanno, nel tempo, ridotto - fino a livelli minimi in Sicilia - il tasso di adesione delle imprese agricole alle polizze assicurative agevolate, a partire dalla significativa riduzione dell'intensità dell'aiuto; in tale situazione versano la maggior parte delle imprese duramente colpite dagli eventi dannosi cui sopra si è fatto cenno”.

“Al fine di consentire la ripresa economica delle stesse - è l'appello di Musumeci al ministro - Le chiedo di valutare la proposizione di un intervento normativo, giustificato dall'entità dei danni causati dal fenomeno, finalizzato a consentire l'intervento del Fondo di solidarietà nazionale, in deroga al disposto dell'articolo 1, comma 3 lettera b) del d.lgs. 102/2004, per le imprese agricole colpite dal cracking”.