L'allarme fitosanitario che minaccia i frutteti è stato al centro della tavola rotonda tenutasi martedì scorso a Pastorano (Caserta).
All'incontro, presieduto dal direttore di Coldiretti Campania Salvatore Loffreda, hanno partecipato Daniela Carella, dirigente dell'Ufficio fitosanitario Regione Campania, Giacinto Germinara, professore associato di Entomologia del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente dell'Università di Foggia, Flavia Grazia Tropiano, responsabile del Piano regionale di lotta fitopatologica integrata, Paola Spigno, responsabile del laboratorio fitopatologico regionale, e Alfonso Carbonelli, responsabile Caa Coldiretti Campania.
I rischi legati alla diffusione della Cydia molesta hanno spinto Coldiretti Campania ad insediare, ieri, 17 settembre 2018, la prima Consulta ortofrutticola della Campania, per mettere insieme produttori agricoli e mondo della ricerca scientifica, al fine di trovare le soluzioni più idonee.
Gli adulti di Cydia molesta possiedono ali di colore grigio-brunastro con screziature biancastre. Le larve sono lunghe 10-15 mm e provocano danni sui germogli e sui frutti. Generalmente le larve di prima generazione scavano gallerie longitudinali nelle zone midollari provocando avvizzimenti e perdite dei germogli. I danni sui frutti comportano la fuoriuscita di un grumo di gomma e spesso i frutti colpiti sono soggetti alla cascola.
“La nostra regione – ricorda Coldiretti Campania in una nota – ha già pagato prezzi molto alti a causa della diffusione di insetti "alieni", cioè provenienti da altre aree geografiche del pianeta e pertanto liberi di diffondersi senza antagonisti naturali. L'impegno di Coldiretti è trovare soluzioni che aiutino a difendere le produzioni ortofrutticole nel segno dell'innovazione e della sostenibilità”.
Tra le introduzioni recenti che hanno fatto molto danno si ricordano quella del Cinipide del castagno, che ha ridotto fortemente il potenziale produttivo della castanicoltura campana, e l’arrivo del rodilegno Aromia bungii, che in provincia di Napoli si fatica a contenere, nonostante l’abbattimento di oltre 2000 alberi da frutto nelle due zone di insediamento: Pozzuoli e l’area vesuviana.