La zootecnia emiliano romagnola che dà valore alle eccellenze dell’agroalimentare regionale, basa la propria sostenibilità su materie prime di qualità e prive di ogni contaminante: una sicurezza sia per l’animale allevato che per il consumatore finale.
“Pertanto – osserva Garagnani - questo protocollo d’intesa diventa, ogni anno di più, un passo obbligatorio per tutti. E a tutela del produttore, si rammenta che nel testo è menzionata la possibilità di richiedere sempre il campionamento delle partite in entrata, in modo da procedere immediatamente con le analisi di laboratorio e consentire la eventuale segregazione delle partite non conformi”.
Il piano di autocontrollo aziendale, siglato da Confagricoltura Emilia Romagna – e che viene sottoscritto ogni anno - individua procedure e strumenti per prevenire la formazione e la diffusione delle micotossine in campo e nella fase di accettazione e stoccaggio. Nelle annate climaticamente normali, il protocollo ha sempre assicurato un monitoraggio continuo e un’allerta preventiva, impedendo con efficacia il passaggio delle micotossine alla filiera alimentare. È evidente però che quando l’incertezza climatica è molto alta, come in questo periodo, le criticità aumentano esponenzialmente.
“Dobbiamo assolutamente garantire – è la chiosa del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna - che il poco mais prodotto in Italia e quello importato, abbiano queste caratteristiche”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata