Carlo Franciosi è il proprietario dell'azienda agricola di Ossago Lodigiano, in località Cascina Birga, ove Syngenta ha impostato le prove sperimentali sul propri ibridi Artesian. È lui ad aver aperto le porte alla tappa lodigiana dell'evento itinerante Mais Expert Campus di Syngenta.
Agronotizie ha intervistato Carlo Franciosi per cogliere le motivazioni che muovono un agricoltore verso la sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche.
 
"Abbiamo deciso di avviare questa sperimentazione in campo, condivisa con i tecnici Syngenta, anche perché non è il primo anno che ci dedichiamo a queste attività. Abbiamo infatti già effettuato in passato prove con ibridi da trinciato, dato che noi utilizziamo soprattutto trinciato avendo un'azienda di vacche da latte. Quest'anno abbiamo voluto fare qualcosa in più e dedicarci a una sperimentazione più ampia che non guardasse solo alle varietà, ma anche alle tecniche di irrigazione. In questa zona vi è un'elevata disponibilità d'acqua e la tecnica prevalente di irrigazione è quella tramite scorrimento. Nel 2013 abbiamo voluto quindi provare la tecnica dell'irrigazione in manichetta, con l'ala gocciolante, anche perché già la utilizziamo nei nostri campi di pomodoro da industria".
 
Come si è evoluta la prova, viste le condizioni meteo non esattamente perfette...

 
"Questa è stata un'annata un po' particolare. Non si è potuto seminare presto. È stata una primavera disastrosa a causa della pioggia e questo ci ha obbligato a seminare tardi. I campi che vediamo sono stati seminati il 5 e il 6 di giugno, cosa inusuale, visto che l'anno scorso avevo terminato le semine al 31 di marzo. Quest'anno siamo andati a seminare in un periodo che è più da secondo raccolto, per giunta tardivo. Dopo Loietto le seconde semine avvengono infatti a fine maggio. I miei 160 ettari di mais ho iniziato a seminarli il 2 giugno e ho finito il 16-17". 
 
Vi siete quindi accollati un bel rischio a scommettere sulla riuscita delle prove...
 
"Eravamo perfino in dubbio se effettuare questo campo sperimentale, viste le condizioni di partenza. Syngenta si è comunque messa a disposizione e io ben volentieri ho collaborato per avviare le prove. I risultati sono quelli che si vedono oggi, risultati un po' inaspettati, direi entusiasmanti, vista appunto la stagione in cui le prove sono state fatte. Peraltro, io non so neanche quali ibridi sono stati seminati e dove. Non me lo ricordo nemmeno. È quindi una prova effettuata in piena trasparenza, senza condizionamenti psicologici. Le varietà seminate me le ricorderò oggi perché le vedo in campo... Non prima...".
 
Cosa spinge un agricoltore a mettere a disposizione la propria azienda per effettuare prove di questo genere?
 
"Credo che la sperimentazione sia cosa giusta ed importante, anche perché non tutti gli anni sono uguali come pure va effettuata in diversi areali, dato che le condizioni possono variare da zona a zona. Gli stessi ibridi non si comportano nello stesso modo se posti in zone differenti. È quindi giusto fare prove perché queste servono agli agricoltori che in quella zona operano. Sono quelle più attendibili. È quindi giusto che qualcuno si metta a disposizione ed è una bella esperienza che va fatta almeno una volta nella vita. Noi maiscoltori abbiamo il dovere di metterci a confronto"
 
Le sue esperienze con gli ibridi Syngenta però non iniziano quest'anno...
 
"Da tempo uso questi ibridi, come Gigantic oppure Radioso, che l'anno scorso mi ha lasciato molto contento. È un mais da granella e da pastone veramente buono. Il Gigantic è da qualche anno che lo sto mettendo in campo con risultati incredibili e credo che sia un fenomeno da trinciato che va sicuramente riproposto in questi areali a chi voglia fare grandi masse di qualità".


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Leggi l'intervista a Roberto Baggio, Sales Head Manager di Syngenta, che illustra in dettaglio i concetti alla base di Mais Expert Campus

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