"Sono i progetti di filiera che possono ridare linfa alle aziende cerealicole italiane, perché solo creando massa critica sul lato dell'offerta si potrà tornare a dare remuneratività a chi produce". Lo ha detto Marco Pancaldi, presidente di Assocap, Associazione nazionale dei consorzi agrari italiani, intervenendo al convegno "Quale futuro per il grano", organizzato dalla Coldiretti di Pesaro e Urbino.
"Solo creando una filiera tutta agricola e tutta italiana si potrà superare la difficile congiuntura economica che sta mettendo in seria difficoltà molte aziende agricole, costrette a vendere sottocosto il frumento. Dal 2007 al 2009, mentre i costi per produrre un chilo di grano sono passati da 19 centesimi a 29, il prezzo pagato all'agricoltore - ha ricordato Pancaldi - ha subito un processo inverso. Dai 38 centesimi del 2007 si è passati ai 20 centesimi scarsi del 2009".
 
"Gli agricoltori - ha aggiunto Domenico Romanini, presidente del Consorzio agrario di Pesaro-Urbino - devono preoccuparsi di produrre mantenendo la qualità del nostro frumento. I consorzi agrari devono, invece, impegnarsi a venderlo al momento ed al prezzo migliore per tutti i loro soci. Per fare questo occorre abbandonare la logica del contratto in conto deposito e passare a quella del conto vendita".