"L'incontro - ha sottolineato il direttore generale Matteo Bortolini - ha come obiettivo finale l'innalzamento degli standard della nostra produzione. Alla base di tutta la nostra attività c'è il vivaismo con il quale abbiamo iniziato a tessere una rete sempre più mirata all'eccellenza, partendo dai nostri fornitori tradizionali italiani ed europei".
Dopo i saluti di benvenuto da parte dei responsabili della Società cooperativa e la presentazione del nuovo stabilimento nel Villaggio dei Piccoli Frutti, Gianluca Savini, agronomo specializzato responsabile del settore tecnico ha aperto il network e coordinato il confronto tra le aziende presenti.
I partecipanti, consapevoli che la concorrenza extra-europea si fa sempre più agguerrita, si sono scambiati informazioni. Occasione di confronto, durante l'evento ogni società ha presentato le proprie tecniche e interloquito con gli altri vivaisti presenti. Ciò ha dato spazio anche alla formazione e alla discussione sulle problematiche del settore.
La ricerca e la cura del miglior materiale vegetale iniziale e il controllo operato dalla Società cooperativa Sant'Orsola garantiscono una filiera sana e controllata fino alla produzione di piccoli frutti buoni e salubri. La Cooperativa controlla l'intero processo in ogni sua fase, fa ricerca nel proprio campo sperimentale, collabora strettamente con i vivaisti e ne monitora l'attività di continuo nelle aziende per ottenere la qualità desiderata. Da loro acquista pianticelle garantite che poi trasferisce ai suoi 850 soci produttori, assicurando loro un servizio indispensabile. I tecnici di campagna, di ricerca e sperimentazione della Cooperativa sono al lavoro in continuo per raggiungere tale obiettivo.
Sant'Orsola gestisce mediamente 3,5 milioni di piante all'anno, pari al 50 per cento del mercato italiano.
Inoltre, l'attività vivaistica programmata garantisce alla Cooperativa e ai suoi soci produttori materiale vegetale nella quantità necessaria sulla base dei numeri stabiliti in modalità annuale e pluriennale, secondo un'accurata filiera dal vaso alla terra tale da garantire l'attecchimento e con esso la produzione nella misura prestabilita. In questa logica, il raccolto è solamente l'ultimo atto dell'intero processo produttivo.
La continua evoluzione del settore dei piccoli frutti, in Italia e a livello internazionale, ha coinvolto non solo gli aspetti produttivi e del consumo, ma ha proposto ai vivaisti nuovi modelli organizzativi, nuovi sistemi di tracciabilità delle produzioni, nuove tecniche di coltivazione, di analisi, di controllo, eccetera.
A valle, il consumatore è sempre più attento e punta alla qualità e alla salubrità del prodotto che acquista, ma a monte sta la qualità della ricerca, della sperimentazione e della coltivazione in vivaio.
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Fonte: Sant'Orsola