Nell'immediato secondo dopoguerra, ai tempi della rinascita agricola del territorio dei Castelli Romani, un lungimirante gruppo di diciotto produttori decise che era tempo di preservare la lunga tradizione produttiva e il successo che aveva interessato i vini Frascati per secoli, per tutelarlo dalle imitazioni e dalla diffusione indiscriminata del nome.
La viticoltura moderna del vino Frascati, come la intendiamo oggi e ci è stata recentemente raccontata dal presidente Paolo Stramacci, parte proprio da quella data, un preciso momento di organizzazione e rinascita che fu seguito da un fitto lavoro di promozione del marchio che portò il comparto vitivinicolo castellano di allora ad ottenere la Doc per il vino Frascati nel 1966, imponendolo così tra le prime quattro Doc istituite in Italia.
Nel corso degli anni e di precise disposizioni di legge, il Consorzio ha modificato la propria denominazione prima in 'Consorzio tutela denominazione Frascati' e poi nell'attuale 'Consorzio tutela denominazioni vini Frascati' a seguito dell'ottenimento della Docg nel 2011 da parte del Frascati Superiore e del Cannellino di Frascati, prima di allora tipologie comprese nella Denominazione di origine controllata Frascati.
Attualmente il Consorzio tutela denominazioni vini Frascati conta circa trecento aziende viticole che rivendicano le denominazioni Frascati con trenta cantine che vinificano e imbottigliano. I vigneti si estendono su una superficie rivendicata di 900 ettari e una produzione annuale al 2018 di circa 7 milioni di bottiglie, con un livello di esportazione che supera il 60% della produzione, un giro di affari annuo di circa 15 milioni di euro e un indotto di circa 45 milioni di euro.
In occasione dei recenti festeggiamenti dei cinquanta anni della Doc Frascati e durante gli eventi organizzati annualmente per appassionati e operatori di settore, il Consorzio tutela denominazioni vini Frascati ha potuto raccogliere le giuste soddisfazioni per il lavoro svolto in questi decenni e in particolar modo in quest'ultimo lustro nel quale si è impegnato per affermare l'evoluzione qualitativa e il rinnovato valore dei vini dello splendido patrimonio di vigneti racchiuso tra i comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Monte Compatri e Roma.
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