Nella mattinata di ieri, 14 novembre 2016, i primi carichi di tabacco provenienti dagli agricoltori campani hanno iniziato ad affluire nel centro di raccolta della Philip Morris a San Nicola la Strada (Caserta).
Ad aprire le scatole per i controlli qualità, i rappresentanti dei due soggetti protagonisti dell'accordo di filiera corta, Gennarino Masiello, presidente dell'Organizzazione nazionale tabacco Italia, nonché vicepresidente nazionale Coldiretti, e Cesare Trippella, senior manager leaf Philip Morris Italia.

"E' emozionante vedere i frutti di un accordo importante per l'economia italiana e per la Campania in particolare, che vale complessivamente 80 milioni di euro l'anno e rappresenta un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni entro il 2020 in Campania, Toscana, Umbria e Veneto" ha dichiarato Masiello, che è anche presidente di Coldiretti Campania.

A fare la parte del leone è proprio la Campania, unica regione produttrice della varietà Burley, che rappresenta il 60% del tabacco coltivato in Italia, dove se ne produce ancora su 18mila ettari, per un valore della produzione agricola di 135 milioni di euro.
L'Italia è ancora leader nella Ue con oltre il 25% della produzione complessiva.

"In particolare l'accordo prevede che per il primo triennio, Philip Morris si impegni a stipulare contratti di acquisto annuali di tabacco secco sciolto italiano per la varietà Burley per circa 11mila tonnellate e circa 10mila tonnellate per la varietà Virginia Bright" ricorda Masiello.
"L'accordo dispone inoltre specifiche azioni a tutela dell'ambiente, in particolare per la riduzione di CO2, e dei lavoratori".

"Con questa intesa - prosegue Masiello - si dà corpo ad un obiettivo che Coldiretti insegue da tempo: garantire maggiore reddito agli agricoltori eliminando i passaggi intermedi. Un risultato che vale doppio per una regione come la Campania, che è il primo produttore di tabacco".

Dal 2011 ad oggi Philip Morris, a seguito di un accordo con Coldiretti, ha adottato la contrattazione diretta con i produttori attraverso l'Ont, con l'obiettivo di accorciare la filiera e garantire un maggior valore aggiunto ai produttori.

"Il modello della contrattazione diretta manifattura-produttori, è l'esempio da seguire per la crescita del valore e per la tutela dei nostri prodotti" ricorda Masiello.
"Avere contratti certi e duraturi aiuta la crescita dell'agricoltura perché favorisce gli investimenti. Il made in Italy potrà fare balzi da gigante se saprà seguire questa traiettoria di futuro, arginando così contraffazioni e speculazioni”.