E’ quanto emerge da una analisi di Donne Impresa della Coldiretti presentata in occasione dell’incontro “La forza delle donne in agricoltura. Testimonianze delle eccellenze italiane” all’Expo.
In Italia - sottolinea la Coldiretti - le imprese agricole gestite da donne al primo trimestre 2015 sono per quasi la metà localizzata nel Mezzogiorno (49,3%) mentre la forma giuridica prevalente e quella dell’impresa familiare. Sotto il profilo dell’attività professionale a prevale sono le iniziative che fanno leva sulla multifunzionalità rese possibili grazie alla legge di orientamento fortemente voluta dalla Coldiretti (la numero 228 del 18 maggio 2001) che ha rivoluzionato e allargato i confini dell’imprenditorialità agricola.
Ne è la prova il protagonismo femminile nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, le agritate, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici ma anche la presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica.
Nella loro attività imprenditoriale le donne agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.
“Certo è stato lungo il cammino delle donne agricole italiane: esso si è intrecciato con la crescita politica e sociale della nostra democrazia e con il prorompente protagonismo del “soggetto donna” e dei movimenti femminili e femministi sulla scena nazionale e mondiale” ha affermato Lorella Ansaloni, responsabile di donne impresa della Coldiretti. Riconoscere lo status professionale, sociale ed imprenditoriale delle donne delle campagne è stato l’obiettivo di fondo della Coldiretti, ha continuato Ansaloni nel precisare che “molte le tappe di questo percorso: il diritto alla pensione ed alla sicurezza sociale, il nuovo diritto di famiglia, la tutela della maternità, le norme sulla parità di trattamento ed infine la legge sulla imprenditoria femminile”.
"Ma fondamentale - ha precisato Ansaloni - è stato anche il lavoro sugli aspetti della formazione, della partecipazione, del cambiamento di modelli culturali discriminanti, della affermazione di una soggettività forte ed autorevole".
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Fonte: Coldiretti