Un lungo percorso che porta a un punto di partenza, non a un punto di arrivo. Ne sono certi il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e il filosofo Salvatore Veca, coordinatore scientifico di Laboratorio Expo: la Carta di Milano da ieri, quando è stata ufficialmente presentata a Milano, dopo mesi di discussioni, può ora essere sottoscritta da chiunque. Non solo Stati e uomini politici, ma anche imprenditori e comuni cittadini.
 
Tradotta in 19 lingue, perché sia veramente globale, da ora è la scommessa dell'Italia e del mondo per i mesi di Expo e perché si arrivi, a ottobre, al maggior numero di sottoscrittori possibili.

I principi e i dati
Lotta allo spreco alimentare
, difesa del suolo agricolo e della biodiversità, tutela del reddito di contadini, allevatori e pescatori, investimento in educazione alimentare e ambientale a partire dall’infanzia, lotta alla contraffazione e agli illeciti che interessano la filiera agro-alimentare: sono questi i principi cui la Carta di Milano si richiama.

I 42 tavoli tecnici che hanno lavorato alla stesura della Carta sono partiti da alcuni dati e dalla consapevolezza che la rotta va invertita: ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo prodotto va sprecato, più di 5 milioni di ettari di foresta scompaiono all'anno, 800 milioni di persone al mondo soffrono la fame cronica e più di 2 miliardi sono malnutrite mentre altrettante sono in sovrappeso.

Auspici per il futuro
Noi consideriamo la Carta una sorta di "starting point", d'ora in avanti vi saranno discussioni, controversie, momenti di divulgazione e incontri politici. A ottobre – ha detto Veca - quando la Carta sarà consegnata al segretario nazionale delle Nazioni Unite, questa sarà più ricca”.
Sarà l'importante eredità che l'Expo lascerà – ha dichiarato il Commissario per Expo 2015, Giuseppe Sala - ma io vorrei si andasse oltre, vorrei che il sito dell'Expo diventasse poi in futuro un polo di ricerca”.


Il ministro Martina: “Un grande atto di cittadinanza globale”



L’auspicio del filosofo Salvatore Veca per il futuro della Carta di Milano