Nel giorno dedicato ai nonni, celebrati come deus ex machina delle vicissitudini economiche del 37% delle famiglie italiane, Coldiretti festeggia anche i 60 anni di ‘Donne Impresa’ diffondendo i risultati di un’analisi del comparto che riportano la crescita numerica delle imprese agricole condotte da donne a 220.079 unità, pari al 28,9% del totale. Numeri che portano l’agricoltura al secondo posto, dopo il commercio, per presenza femminile.

L'ingresso progressivo delle donne nell'agricoltura italiana – secondo Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti – sarebbe stato favorito dalla Legge di Orientamento (228/2001), che avrebbe rivoluzionato l'attività d'impresa nelle campagne italiane, aprendo nuove opportunità occupazionali legate principalmente allo sviluppo della multifunzionalità. Più che nella produzione primaria, infatti, la presenza innovativa delle donne si dimostra più diffusa nelle attività connesse, come la trasformazione dei prodotti, il settore dell'agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, fino al protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica (dove il ‘rosa’ supera il 50% delle aziende attive), negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come vino e olio.

"La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere è una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne", ha concluso la Ansaloni, che ha ricordato come le imprese al femminile si distinguono anche per un più sviluppato approccio etico ai temi ambientali e del rispetto della legalità, lamentando inoltre la mancata applicazione a livello regionale delle misure per le donne contenute nella nuova Pac.

"Prima che nella Pac, le opportunità per le donne sono nell’agricoltura stessa" ha dichiarato nel chiudere i lavori il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha anche sottolineato come la multifunzionalità in agricoltura sia una delle chiavi per svincolare il produttore dal giogo della grande distribuzione e ricordato le sfide per il futuro che la sua associazione è chiamata ad affrontare, non ultimo quella dell’Expo 2015, in cui Coldiretti si sente chiamata a sostituire coloro che dovrebbero riempire la struttura di contenuti e non lo stanno facendo.

Al margine del convegno è stata anche inaugurata la mostra ‘Il business della tradizione’, focalizzata sul recupero imprenditoriale di giovani imprenditrici dei ‘segreti della nonna’, con il ritorno dei tessuti naturali dal baco all’atelier, gli accessori country alla moda, gli agridetersivi e i cosmetici naturali, i giocattoli contadini fatti a mano senza sostanze chimiche e gli abiti anallergici con tinture vegetali, conserve o bevande antiche.