Sono disponibili i dati della campagna 2011del Distretto del pomodoro da industria del Nord Italia.

La superficie inizialmente contrattata di ha 37.892, è risultata ridotta a 36.603 ha (-3,4%), mentre il quantitativo contrattato, compresi i contratti aggiuntivi stipulati a campagna in corso, è stato di 2.730.060 t.

L’andamento climatico, molto avverso nel mese di giugno, con una piovosità elevata, si è poi stabilizzato nel mese di settembre con un clima secco ed eccezionalmente caldo, che ha favorito la maturazione e la raccolta.
Le pessimistiche previsioni di fine luglio si sono trasformate in positivo, con una resa produttiva leggermente inferiore al programmato (70,02 t/ha), ma con una qualità più che buona delle bacche (brix, colore, totale assenza di muffe, ecc.).

Le industrie dell’area nord hanno trasformato in totale 2.556.283 t. di materia prima, con una riduzione del 6,13% rispetto alla quantità contrattata. Il pomodoro trasformato è stato destinato alla produzione di:
- concentrati con oltre 14 gradi Brix 46,8 %
- pelati non interi / polpe 31,9 %
- succhi e passate 7,78 %
- salse preparate 2,3 %
- altri prodotti (fiocchi) 1,3 %

Le “regole condivise” approvate solo pochi giorni prima dell’avvio della campagna sono state rispettate da tutti e hanno permesso di gestire al meglio le diverse problematiche agricole ed industriali insorte durante la campagna stessa.

Purtroppo gli operatori della filiera evidenziano ancora una volta un’impennata dei costi di produzione e di trasformazione a fronte di una sostanziale stasi dei mercati, determinata soprattutto dalla presenza di prodotti di importazione provenienti da Paesi che hanno costi di produzione inferiori, non essendo assoggettati da vincoli di salvaguardia dell’ambiente, della qualità e della salubrità dei prodotti.

Il Distretto rimarca quindi l’assoluta necessità di arrivare, nel più breve tempo possibile, all'approvazione di una norma europea che imponga l’etichettatura di origine con l’indicazione del luogo di coltivazione e di trasformazione della materia prima. Il tutto per fornire al consumatore la massima trasparenza e la garanzia di un prodotto ottenuto al 100% con pomodoro italiano, e seguendo rigidamente i metodi di coltivazione integrata, cioè utilizzando tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e dei fertilizzanti, a vantaggio della sicurezza e salubrità dei prodotti, del rispetto dell'ambiente e dell’etica sociale.

Tutti le componenti ribadiscono la volontà di proseguire nel percorso intrapreso dal Distretto per migliorare, sviluppare e rafforzare i rapporti di filiera con l’obbiettivo di ridurre i costi e migliorare la qualità.

“I dati che emergono testimoniano l’operatività del Distretto: l’impegno dei portatori di interesse per dare concretezza ai processi di filiera - afferma il presidente del Distretto, Pier Luigi Ferrari -. I risultati confermano qualità del prodotto e rese industriali nello spirito di condivisione di regole che volontariamente le parti hanno sottoscritto".
 

L’associazione Distretto del pomodoro da industria - Nord Italia è costituita dai soggetti della filiera del pomodoro dell’Area Nord e ad oggi conta 61 associati che rappresentano la quasi totalità del comparto produttivo di tutto il Nord Italia. Per la parte agricola, partecipano le Organizzazioni dei produttori, le Op di auto-trasformazione e le Organizzazioni professionali.
Per la parte industriale, partecipano le industrie private di trasformazione, le industrie Cooperative di trasformazione e le associazioni di categoria. Il Distretto è costituito anche da soci consultivi, ovvero da enti pubblici, come le Province, le Camere di commercio e i Centri di ricerca di riferimento del settore, che forniscono un prezioso contributo secondo le proprie competenze.

Le finalità che originariamente il Distretto si è posto sono quelle di promuovere forme di confronto, di collaborazione e coordinamento tra le parti coinvolte nella filiera, in particolare dopo l’avvenuto disaccoppiamento degli aiuti comunitari al settore, con lo scopo di rafforzare la competitività della filiera nel suo complesso, approcciando le nuove sfide del mercato in modo compatto e coordinato.