"Al termine di una lunga trattativa, durata quasi due anni, che ha registrato l'impegno dei nostri uffici diplomatici, il Brasile riconosce agli agrumi italiani le caratteristiche fitosanitarie necessarie per poter dare il via libera al nostro export".

La notizia arriva dal ministero delle Politiche agricole e segna un grande successo per l'intero comparto agroalimentare italiano, in quanto apre importanti prospettive in un mercato, quello brasiliano, segnato da grande crescita e grandi potenzialità. Sebbene il Brasile sia esso stesso produttore di agrumi, nota il Cso - Centro servizi ortofrutticoli, il suo mercato è particolarmente attraente per le produzioni ad elevata qualità destinate al consumo fresco, come quelle italiane.

"Si conferma ancora una volta la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti, in grado di conquistare nuovi mercati proprio per le straordinarie caratteristiche organolettiche" ha commentato il ministro Saverio Romano.

La nuova normativa è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale brasiliana e rettifica la precedente IN 26 relativa ai requisiti fitosanitari per l'importazione di agrumi provenienti dall'Italia. La normativa riguarda nello specifico le arance e i cedri.

L'apertura del Brasile agli agrumi italiani segue l'opportunità offerta dall'apertura dell'export italiano in Cina per l'actinidia e, ricorda il Cso, in tempi brevi potrebbe aprirsi un ulteriore sbocco estero per i nostri kiwi: è la Corea il Paese su cui sono puntati gli occhi italiani.

"Il lavoro di questi anni, con il forte contributo del Cso - ha dichiarato il presidente Paolo Bruni - ha dato i suoi frutti e dimostra che il gioco di squadra è sempre vincente".

Rimane invece sempre insoluta la questione mele e pere con gli Stati Uniti, dove esiste un estremo interesse per alcune varietà italiane; purtroppo gli iter burocratici non permettono ancora di arrivare a una soluzione positiva, almeno in tempi brevi.