“Dopo i gravi impatti della riforma della Ocm tabacco del 2004, che ha determinato la perdita di circa 30 mila posti di lavori, le 60 mila famiglie italiane che ancora oggi ricavano il loro reddito dalla produzione agricola e dalla prima trasformazione del tabacco greggio, mentre sono in fase di definizione misure di sostegno e condizioni di mercato, che possano garantire continuità ad un settore cruciale per l'economia e l'occupazione di aree spesso difficili del nostro Paese, vedono nuove minacce all'orizzonte”.
E' quanto affermano le organizzazioni sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil. “Il rischio che l'intera filiera tabacchicola nazionale venga cancellata - spiegano Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil - arriva oggi da una risoluzione internazionale e dalla proposta di revisione della direttiva europea che regolamenta il mercato del tabacco, che prevedono il divieto totale di utilizzo di ingredienti nella manifattura”. Nei prossimi giorni infatti, con il contributo di tutti i Paesi membri, verrà definita la posizione ufficiale dell'Unione europea in vista della discussione delle linee guida che l'Oms-Organizzazione mondiale della Sanità sta definendo nell'ambito della convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc); tali linee guida verranno discusse e definite dal gruppo di lavoro sugli articoli 9 e 10 della convenzione, di cui Canada ed Unione europea sono i coordinatori.
Il timore del sindacato, condiviso da tutte le rappresentanze del settore, è che il Canada faccia recepire all'interno delle linee guida Fctc, le stesse norme, approvate recentemente a livello nazionale, riguardanti il divieto generalizzato di utilizzo degli ingredienti impiegati nel processo produttivo dei prodotti del tabacco, a prescindere dalla effettiva nocività degli stessi. Contemporaneamente, i rappresentanti dei governi dei 27 Stati membri dell'Unione europea sono riuniti su un altro tavolo con la Commissione europea, per definire i contenuti della revisione della direttiva che regola il mercato comunitario dei prodotti del tabacco.
La proposta canadese metterebbe a repentaglio una produzione legittima, smantellando completamente la filiera tabacchicola italiana, prima a livello europeo e ottava al mondo.
Inoltre nel corso delle ultime riunioni del gruppo di lavoro dell'Fctc, molti Paesi tra cui Argentina, Colombia, Messico, Svizzera, Stati Uniti, Turchia, e la Commissione europea stessa, hanno sollevato forti dubbi giuridici sul divieto sancito dal Canada all'interno dei propri confini nazionali, poichè violerebbe le disposizioni dell'organizzazione mondiale del commercio col tema degli accordi sulle barriere tecniche al commercio (Tbt), determinando, di fatto, una grave distorsione del commercio internazionale.
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Fonte: Agrapress