Il 2009 non è stato un anno facile per l’agricoltura padovana e non sono mancate le criticità legate all’andamento sfavorevole delle quotazioni dei prodotti oltre alle avversità climatiche. Ciononostante il settore primario ha retto meglio di altri alla crisi e il 2010 viene affrontato con realismo dagli operatori del settore, che scommettono sulle opportunità, delle produzioni di qualità legate al territorio, della capacità di innovazione, sia tecnologica che produttiva, delle aziende agricole, delle energie rinnovabili. La conferma arriva dal Consorzio Agrario di Padova e Venezia in occasione dell’approvazione del bilancio 2009, venerdì prossimo nella sede padovana. 
Lo scorso anno il Consorzio Agrario ha realizzato un fatturato 147 milioni 961 mila euro, confermandosi una delle più interessati aziende del Nordest con 188 dipendenti, 30 tra agenti e tecnici specialistici, 42 punti vendita e oltre 2 milioni di quintali di cereali stoccati. 
Il 2009 ha visto una contrazione della produzione lorda vendibile intorno al 7,5%, dovuta in gran parte alla ulteriore diminuzione dei prezzi dei prodotti agricoli e zootecnici, oltre a una compressione del valore aggiunto, causa l’aumento in controtendenza di alcuni fattori di produzione.
Ciò ha comportato una ulteriore significativa contrazione dei redditi delle aziende agricole, accentuando la riduzione del numero delle imprese  e degli occupati nel settore, in una logica di forzata selezione che si auspica possa almeno comportare l’aumento di efficienza e di competitività di quanti continuano a lavorare e investire in agricoltura.
“Bisogna, pertanto, - afferma il presidente del Consorzi Agrario Federico Dianin - velocizzare il percorso di qualificazione e valorizzazione delle produzioni locali, in una logica di filiera capace di creare sinergie, efficienza, crescita professionale e imprenditoriale, competitività e valore aggiunto, tenendo conto di normative sempre più restrittive, di un mercato più selettivo e di un consumatore particolarmente attento ed esigente, innovando e razionalizzando nel contempo il sistema produttivo e commerciale. Dobbiamo saper cogliere i nuovi indirizzi Comunitari che tornano a parlare di produzioni di quantità, unitamente al valore della qualità, considerata condizione necessaria di accesso al mercato, e della salvaguardia dell’ambiente, della valorizzazione dei prodotti locali, della promozione e fruizione del territorio, il tutto supportato dalle opportunità offerte dal Piano di sviluppo rurale, con le strategie e le risorse messe a disposizione fino al 2013. Auspichiamo che ci possa finalmente essere il riconoscimento per la nostra agricoltura del nuovo ruolo di grande “serbatoio” per le energie rinnovabili, legata anche alla facile e ora anche conveniente installazione di pannelli fotovoltaici e solari, oltre che agli impianti a biomassa”.