Sono stati introdotti con il Piano di Gestione del Rischio in Agricoltura (Pgra) 2021 allo scopo di rendere l'iter per ottenere il contributo pubblico sulle polizze assicurative più agile, gli Standard Value o Valori Standard di Produzione Agricola sono un elemento di controllo e non quindi un elemento per il calcolo dei valori assicurabili ammissibili a contributo pubblico, nell'ambito delle assicurazioni agricole agevolate.
Gli Standard Value, declinati per le diverse produzioni, hanno un ruolo importante per quegli agricoltori che scelgono di assicurarsi avvalendosi appunto del sostegno di origine europea sul premio assicurativo. Per poter accedere all'agevolazione occorre essere agricoltore attivo, imprenditore agricolo ed essere titolare di un fascicolo aziendale aggiornato.
Ogni anno è necessario poi presentare la manifestazione d'interesse, proprio per poter accedere all'intervento SRF01 del Piano Strategico Pac (ovvero "Assicurazioni Agevolate") prima di sottoscrivere una polizza. Ciò per poter acquisire il diritto a presentare in seguito la domanda di sostegno. Il contributo massimo cui si può aspirare, anche nel 2025, è del 70% della spesa ammessa, ma, guardando alle ultime stagioni, anche a causa delle necessità di contenimento della spesa pubblica, difficilmente il contributo per l'acquisto della polizza sarà di tale portata. Per la campagna 2024, ad esempio, è stato fissato nella misura del 55% della spesa ammessa e, nel caso di meno di tre avversità in copertura, il contributo pubblico è stato fissato al 51%. Condizione fondamentale per poter aspirare alla contribuzione pubblica per l'acquisto di una polizza agevolata è inoltre aver compilato il Piano di Gestione del Rischio Individuale (il Pgir, Piano di Gestione Individuale del Rischio, ha sostituito quello che un tempo era il Pai, Piano Assicurativo Individuale, Ndr).
Fin qui le coordinate fondamentali che rimandano tutte al Piano di Gestione del Rischio Agricolo, documento che governa l'utilizzo di fondi pubblici europei in tema di gestione del rischio e che ogni anno è emanato dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). Come entrano in gioco dunque gli Standard Value?
Gli Standard Value fungono da controllo rispetto al valore della produzione media annua dichiarata dall'agricoltore nel suo personale Piano di Gestione del Rischio Individuale. Il valore della produzione gioca un ruolo centrale per quanto riguarda il contributo pubblico al pagamento del premio assicurativo.
"Al tempo dell'introduzione degli Standard Value - ci ha spiegato Marica Sartori, direttore di Codipra Trento - questi erano stati intesi come un'asticella in fase di presentazione della domanda, al di sotto della quale l'assicurato non doveva presentare documentazione comprovante la sua resa e il valore della produzione media annua. Se si era sopra lo Standard Value di riferimento, invece, andava prodotta documentazione. Dal 2024 lo Standard Value è invece il valore massimo assicurabile ai fini dell'ottenimento del contributo comunitario per l'acquisto della polizza agevolata".
Solo valori assicurati che siano coerenti con il valore della produzione storica del singolo agricoltore sono ammissibili a contribuzione pubblica. Il valore della produzione storica è intesa come moltiplicazione fra resa e prezzo, guardando alla media del valore della produzione degli ultimi tre anni o degli ultimi cinque, escludendo il migliore e il peggiore.
"Sostanzialmente la normativa comunitaria impone all'agricoltore di assicurare il valore della produzione media annua. Se tale valore, per il singolo agricoltore, è superiore allo Standard Value di riferimento, può certamente assicurare il valore completo ma nella consapevolezza che, per quanto riguarda la contribuzione pubblica, ci sarà una riduzione perché il premio ammissibile ai fini della contribuzione è solo quello che si riferisce allo Standard Value. Il resto non concorre alla parte di premio che beneficia di contributo pubblico" ha continuato Marica Sartori. "Ci tengo però a sottolineare che comunque resta un'agevolazione perché la polizza agevolata beneficia interamente della riduzione a zero delle imposte sulle assicurazioni".
Diverso però è il caso in cui, pur restando al di sotto dello Standard Value di riferimento, l'agricoltore voglia assicurare una produzione che, al valore corrente, supera il valore della produzione media annua. "Il valore reale della produzione di quest'anno per quel singolo agricoltore - ci ha spiegato ancora Marica Sartori, direttore di Codipra Trento - è inferiore allo Standard Value ma superiore alla media annua storica: in questo caso la normativa impone di assicurare con un certificato agevolato il valore della produzione media annua storica, per l'eccedenza di valore si fa poi ricorso ad assicurazioni non agevolate".
Gli Standard Value sono definiti ogni anno e la metodologia di calcolo è spiegata in uno degli allegati dell'annuale Pgra. Nel 2025 si tratta dell'allegato n. 4. Allo scopo di contenere la spesa pubblica è stabilito che gli Standard Value subiscano poi una riduzione lineare del 20%. Gli Standard Value dettagliati sono invece definiti ogni anno da specifici e successivi decreti ministeriali (materiale ministeriale relativo alle assicurazioni agevolate, compresi i decreti che definiscono gli Standard Value 2025).
Sono previsti controlli?
Data l'importanza degli Standard Value come valori di controllo del valore medio della produzione storica dichiarato nel Piano di Gestione Individuale del Rischio, è spontaneo chiedersi se siano previsti controlli. "Il Ministero - ha detto Marica Sartori - sottolinea che i controlli sono sempre possibili, anche se si resta sotto lo Standard Value di riferimento. Durante i controlli a campione può anche essere verificato, tramite documenti giustificativi, che ci sia concordanza fra il valore assicurato e quello che è il valore della produzione media annua".
Fondamentale quindi per l'agricoltore avere sempre i documenti in ordine e conservare tutto ciò che può servire a giustificare il valore medio della produzione storica aziendale, per esempio le fatture o altri documenti fiscali o documenti aventi forza probatoria del valore stesso.
C'è anche la possibilità che, essendo un'azienda appena costituita, non ci sia fonte documentale. "In questo caso si considerano, come già accadeva al tempo dei Piani Assicurativi Individuali, i valori benchmark o comunque si considera ciò che il nuovo agricoltore avrebbe potuto ottenere dalla sua azienda agricola in una situazione similare, negli anni passati".
Gli Standard Value hanno già quattro campagne d'applicazione alle spalle, la riduzione lineare del 20% è stata invece introdotta nel 2024 per porre un freno alla spesa pubblica. "Devo dire - ci ha raccontato in conclusione Marica Sartori - che in linea di principio hanno portato a una semplificazione, riducendo anche l'onere amministrativo, in caso si stia sotto lo Standard Value di riferimento. Nell'applicazione concreta però, in certe casistiche, gli Standard Value hanno finito per penalizzare le produzioni di eccellenza che mal si conciliano con standard. La metodologia di calcolo non è stata, in alcuni casi, in grado di rispecchiare le situazioni che si discostano dalla media".
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