Anno nuovo, vecchie abitudini. Anacer ha pubblicato i dati relativi a gennaio 2023 in termini di import ed export del settore cerealicolo italiano. Il trend continua a essere negativo per la bilancia commerciale, in quanto l'import cresce sia in termini quantitativi che in valore, mentre l'export scende, aumentando il valore ma molto meno che proporzionalmente rispetto all'import. Questo porta già il passivo commerciale a -450,6 milioni di euro, rispetto ai -275,2 del gennaio 2022.

 

In particolare l'import ha registrato nel primo mese del 2023 un aumento del 13,2% in quantità rispetto allo stesso periodo 2022, con una crescita di 227mila tonnellate di merce, e un aumento in valore di 248,7 milioni di euro (+37,1%). Dal punto di vista dei prodotti, crescono gli arrivi di grano duro (+106mila tonnellate, in controtendenza rispetto alla forte riduzione nel 2022), oltre a granturco (+19.600 tonnellate) e grano tenero (+18mila tonnellate). Calano invece gli arrivi di orzo (-20mila tonnellate) e avena (-1.200 tonnellate). L'import di farine proteiche registra poi un incremento di 61.700 tonnellate (+33,7%), mentre i frutti oleosi crescono di 44.200 tonnellate (+19,8%).

 

Sul fronte dell'export, risultano in calo le esportazioni di cereali in granella (-34mila tonnellate, di cui -32.800 tonnellate di grano duro), oltre a prodotti trasformati (-7.700 tonnellate) e riso (-2.700 tonnellate). Crescono, in controtendenza, le vendite all'estero di semola di grano duro (+61%), pasta alimentare (+4%) e mangimi a base di cereali (+12%). Rimangono sostanzialmente in linea le quantità esportate di farina di grano tenero (+20mila tonnellate).