Un'annata da dimenticare, quella 2018, e una che sarà probabilmente ricordata come l'inizio della riscossa contro due temibili avversità: il ragnetto rosso, per il pomodoro da industria, la cocciniglia esotica (Pseudococcus comstocki) per la vite. Se l'anno scorso entrambe le colture in Emilia erano state fortemente attaccate dai due insetti, con danni estesi in diverse zone, quest'anno è andata meglio per due realtà emiliane che hanno scelto di abbracciare la lotta biologica, anche se, entrambe le realtà, ci tengono a precisare che non hanno la certezza matematica che sia stato merito esclusivamente degli insetti amici.
 

Fitoseidi contro ragnetto rosso

Per la zona piacentina (oltre 10mila ettari a pomodoro da industria), l'incubo ha un nome e un cognome: ragnetto rosso (Tetranychus urticae). Nel 2018, a causa dell'acaro i danni per i produttori sono stati ingenti. T. urticae quando colpisce fa perdere il colore rosso ai pomodori, porta alla perdita delle foglie della pianta e intacca la qualità del prodotto che non avrà di certo un buon grado zuccherino.

Roberto Zermani, socio dell'azienda agricola Eridano, 120 ettari a pomodoro da industria nella zona considerata ad alto rischio, ha deciso di condurre in proprio un esperimento per cercare di tenere sotto controllo il ragnetto, consapevole che gli attacchi sarebbero arrivati anche durante la stagione 2019. "Abbiamo deciso di provare a combatterlo con il suo antagonista, il fitoseide (P. persimilis), esso stesso un acaro, predatore del ragnetto. Avevamo programmato a inizio stagione solo 20 ettari - ha raccontato proprio Zermani ad AgroNotizie - li abbiamo lanciati a pieno campo a giugno, a qualche giorno di distanza da un trattamento abbattente. Si arriva a inizio raccolta e su altri campi, dove avevamo pomodori tardivi, c'è un forte attacco di ragnetto rosso. Osservando che l'unica zona con danni molto contenuti era quella dove avevamo lanciato i fitoseidi, abbiamo deciso di lanciarli su altri 40 ettari  di tardivo".

"Alla fine abbiamo attuato lotta biologica su 60 ettari di pomodoro da industria. La stagione è andata bene, abbiamo avuto un ottimo raccolto. Non posso dire con certezza che senza P. persimilis sarebbe andata diversamente perché il caso ha voluto che, pochi giorni dopo il trattamento sui 40 ettari, sia piovuto e le piogge sfavoriscono il ragnetto e aiutano il fitoseide. La cosa certa è che, a fine stagione, i fitoseidi si erano insediati, sulle foglie apicali infatti c'erano gli acari amici, con le uova. L'anno prossimo sicuramente torneremo a lavorare con la lotta biologica", ha detto infine Roberto Zermani.
 

Contro la cocciniglia esotica, due antagonisti naturali

L'amara sorpresa 2018, per gli associati di Cantine riunite e Civ, era stata la scoperta di un nuovo nemico: Pseudococcus comstocki (una cocciniglia di origine esotica, arrivata sul territorio italiano nel 2004 e inizialmente segnalata su gelso). L'anno scorso i danni erano stati veramente impressionanti, anche perché, nonostante si sapesse della presenza sul territorio emiliano di P. comstocki, non era stata attuata alcuna strategia di difesa, dal momento che l'insetto non era mai stato un problema.

La cocciniglia attacca foglie, rametti, germogli e anche il frutto. L'emissione di abbondante melata porta allo sviluppo di fumaggini. Come strategia di difesa per Cantine riunite e Civ, a inizio stagione, sono stati lanciati due antagonisti di P. comstocki: Anagyrus pseudococci (un parassitoide) e Cryptolaemus montrouzieri (una coccinella predatrice).

Cryptolaemus montrouzieri
Cryptolaemus montrouzieri
(Fermo immagine della videointervista a Stefano Foschi, responsabile tecnico di Bioplanet, girata da Barbara Righini)

Il primo è stato lanciato su 1.800 ettari, la seconda solo per le situazioni più problematiche. "Il dato di fatto - ha detto ad AgroNotizie Matteo Mora, agronomo di Cantine riunite e Civ - è che quest'anno non abbiamo avuto danni. Quello che abbiamo visto è che la cocciniglia è ampiamente presente su tutto il territorio dei nostri vigneti, fra Modena e Reggio Emilia, le rese però non sono state intaccate nel 2019. C'è da dire che abbiamo impostato molto presto la strategia di difesa, già dall'inverno scorso. Abbiamo formato gli agricoltori e anche i rivenditori. Aderire alla lotta biologica era una scelta del socio ma in moltissimi hanno scelto di aderire".

"Dire se gli antagonisti siano stati decisivi è difficile, non possiamo sapere come sarebbe andata in assenza di lotta biologica. Anche le aziende agricole che hanno lavorato in biologico non hanno avuto danni. Ciò che sappiamo, per il futuro, è che la cocciniglia esotica resterà sul territorio. Quello che vogliamo ottenere è definire una soglia oltre la quale alzare l'allerta e intervenire, dobbiamo sempre tenere sotto controllo P. comstocki e l'idea è di andare verso la lotta esclusiva con insetti utili. Bisogna però essere chiari: non c'è una regola, decideremo volta a volta, non possiamo escludere a priori la lotta chimica. Dipenderà dalle situazioni. E' importante però che gli agricoltori inizino a considerare la lotta biologica con insetti utili come un mezzo di difesa, esattamente come la chimica, e la tengano sempre presente come strategia", ha concluso Matteo Mora.


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