Non bastavano gli agrumi deformi di Terzigno e della Terra dei Fuochi, i quali a più riprese sono circolati su internet quali prove delle mutazioni aberranti dovute alle scorie tossiche. Ora ci si mette anche la larva gigante di punteruolo rosso, ovvero il Rhynchophorus ferrugineus.
Questo coleottero sta infestando numerose palme in Italia, molte delle quali al Centro-Sud, e deve quindi aver attirato l’attenzione di qualche buontempone il quale, con un minimo di dimestichezza con Photoshop, ha ingigantito una larva di Punteruolo e l’ha schiaffata nel mezzo di una scena di cronaca ordinaria. Nella fattispecie, una palma caduta per qualche evento meteorologico. Di questa larva, dalle dimensioni di un tacchino della Festa americana del Ringraziamento, si è detto perfino che si lamentava emettendo suoni dalla parvenza equina.
In diversi siti della Campania, come pure sui Social, è così rimbalzata la notizia secondo la quale i Vigili del Fuoco avrebbero rinvenuto a Capriati al Volturno questa larva gigante. Il tasto “condividi” ha poi fatto il resto, moltiplicando foto e “notizia” su un numero imprecisato di bacheche di privati cittadini. Alcuni consapevoli dello stato di panzana della notizia, altri un po’ meno. Altri per nulla.
Di male in peggio, quindi. Perché almeno i limoni di Terzigno esistono davvero, solo sono frutto del cosiddetto “Acaro delle Meraviglie” (Eriophyes sheldoni). La larva gigante di Punteruolo, invece, è proprio uno scherzo fatto al computer. Tutto è, quindi, tranne che un mutante dovuto all'inquinamento.
Nel primo caso sarebbe bastato un minimo di verifica dei fatti telefonando all’Università di Portici. Nel secondo, invece, sarebbe magari bastato far solo uso del banale buon senso. Un bene prezioso i cui portatori paiono sempre più una specie in via di estinzione.
E così, la Campania continua a essere bersagliata da fanfaluche d’ogni genere, le quali prendono spunto da un fatto tanto serio quanto reale, ovvero lo scarico di rifiuti tossici, per aggiungere benzina sul fuoco.
O forse si dovrebbe dire “sui fuochi”.   
Meglio sarebbe che le uniche “bufale” circolanti nella martoriata Regione del Sud fossero quelle da cui si ricavano le mozzarelle che tutto il Mondo invidia. Alla faccia dei clan camorristici che pare le tentino tutte per rovinare la propria stessa terra.