Il Centro per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (Crea) ha pubblicato il report sul confronto varietale dei principali ibridi di mais coltivati in Italia nel 2021.

 

Uno studio condotto in diverse località soprattutto del Centro Nord per documentare la performance delle diverse cultivar disponibili sul mercato, compresi ibridi di recentissima immissione in commercio.

 

Per farci spiegare meglio cosa è stato fatto e quali sono stati i risultati principali abbiamo intervistato Gianfranco Mazzinelli del Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo che ha coordinato il lavoro e ha curato la redazione del report.

 

Dottor Mazzinelli in cosa consiste il confronto varietale del mais e perché è stato fatto?

"Le reti nazionali di confronto varietale delle principali specie di interesse agrario sono prerogativa importante per tutti i paesi ad agricoltura avanzata. In Italia questa sperimentazione su mais ha avuto inizio a metà degli anni '50 del secolo scorso, sotto il coordinamento dell'ex Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura, sezione di Bergamo (oggi Crea Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali). In quegli anni erano appena stati introdotti i primi ibridi dagli Usa, ed era in atto una fervida attività allo scopo di valutare questi nuovi mais che si prestavano, gradualmente, a sostituire le vecchie varietà locali. In tale contesto era necessario impostare una rete sperimentale il più estesa possibile per testare l'adattabilità e le potenzialità produttive dei nuovi ibridi, e l'Istituto di Bergamo venne chiamato a coordinare tale attività.

 

Negli anni successivi gli ibridi sostituirono totalmente le varietà locali, e le varie società sementiere operanti sul mercato italiano iniziarono programmi di ricerca volti all'ottenimento di ibridi sempre più produttivi ed affidabili. I maiscoltori quindi si trovarono di fronte ad un numero estremamente elevato di ibridi tra cui poter scegliere, e tale scelta non sempre era facile per mancanza di informazioni attendibili e soprattutto che non fossero di parte come quelle fornite dai servizi tecnici delle società sementiere.

 

Inoltre, a differenza di altre specie, nel mais il ricambio varietale è sempre stato molto spinto, per cui un ibrido di mais ha, salvo rare eccezioni, una vita commerciale di pochi anni; in tale contesto era quindi quanto mai fondamentale avere informazioni utili sui numerosi ibridi che le società lanciano ogni anno sul mercato. L'esistenza di una rete pubblica di confronto varietale che fornisse informazioni obiettive circa le potenzialità produttive, l'adattabilità ai diversi ambienti di coltivazione, la suscettibilità alle malattie e la destinazione d'uso dei vari ibridi, divenne quindi di estrema importanza".

 

Che cosa è stato valutato in questo studio?

"Il confronto varietale del 2021 ha valutato 51 ibridi da granella, di cui 34 medio tardivi e 17 precoci, e 14 ibridi tardivi da trinciato. Tra questi, 18 erano ibridi nuovi, appena introdotti in commercio dalle varie società sementiere, mentre gli altri erano già stati testati negli anni precedenti".

 

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Gianfranco Mazzinelli del Crea

 

Che tipi di varietà sono state confrontate?

"Sono stati valutati ibridi di mais commerciali, appartenenti alle classi Fao da 200 a 700, frutto della ricerca delle varie società sementiere che operano sul mercato italiano, adatti sia alla produzione di granella che di trinciato integrale".

 

Dove sono state fatte le prove?

"Le prove sono state realizzate nelle principali regioni maidicole italiane, dal Piemonte, alla Lombardia, al Veneto, al Friuli-Venezia Giulia, all'Emilia Romagna e alla Toscana, per un totale di 14 località della rete granella medio tardivi, 8 località per la rete granella precoci e 5 località per la rete trinciato".

 

Chi ha partecipato al lavoro oltre al Crea?

"Al lavoro hanno partecipato vari enti e istituzioni, sia pubbliche che private, quali Capac di Torino, Agricola 2000 di Tribiano (Mi), Istituto Tecnico e Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente 'Stanga', di Crema (Cr), Repros di Alonte (Vi), Ersa Friuli Venezia Giulia, Tutela Ambientale di Ferrara e Arsia Toscana".

 

Quali sono i principali risultati che sono emersi?

"Tra i medio tardivi da granella gli ibridi che si sono collocati ai vertici produttivi sono stati Mas 59.K (Mas Seeds), Kefieros e Kontigos (Kws), Portbou (Semillas Fitò) e il nuovo P0848 (Pioneer Corteva) tra i Fao 500; la novità Kws Poseido (Kws), Sy Lavaredo e Sy Fuerza (Syngenta), Mas 68.K (Mas Seeds) e Kefrancos (Kws) tra i Fao 600; Dkc6980 (Dekalb), P1772 (Pioneer Corteva) e Sy Antex (Syngenta) tra i Fao 700.


Tra i precoci da granella l'ibrido più produttivo tra i precocissimi Fao 200 è stato Kws Fernando (Kws); i migliori risultati tra i Fao 300 sono stati ottenuti dalle novità Sy Arnold e Sy Infinite (Syngenta) e Mas 431.B (Mas Seeds), mentre tra i Fao 400 si sono distinti P0729 (Pioneer Corteva), Dkc5092 (Dekalb), Kws Intelligens e il nuovo Toskano (Kws).


Infine, tra gli ibridi da trinciato, il Fao 600 che ha prodotto di più è stato Mas 714.M (Mas Seeds), che è risultato tra l'altro il più produttivo in assoluto superando anche i 700. Tra quest'ultimi sono emersi P1772 (Pioneer Corteva) e Dkc6980 (Dekalb), già citati per la granella e quindi tipici ibridi a duplice attitudine, seguiti da Shaniya (Mas Seeds), Kws Olimpion e Kws Ataco (Kws)".

 

Un agricoltore può usare i dati del report (che è scaricabile alla fine di questo articolo) per prendere delle decisioni colturali? E in che modo?

"Naturalmente, anzi è proprio quello lo scopo principale del lavoro, vale a dire fornire agli agricoltori e ai maiscoltori dati attendibili sulla potenzialità produttiva, l'adattabilità alle diverse situazioni pedoclimatiche e agronomiche, l'affidabilità e la destinazione d'uso dei numerosi ibridi che annualmente i programmi di breeding delle società sementiere rendono disponibili".

 

I risultati sono scaricabili gratuitamente al seguente link