La potenzialità produttiva del girasole continua ad aumentare, come dimostrano i risultati delle prove e del progetto “Qualità girasole”, promosso dalle aziende della Sezione colture industriali di Assosementi; tuttavia le superfici italiane sono in calo. E’ questo lo scenario emerso nel corso del convegno “Le aspettative per la coltura del girasole tra sperimentazione, mercato e industria”, organizzato da Assosementi, in collaborazione con il Crea e tenutosi lo scorso venerdì a Fermo, presso il Palazzo dei Priori.

Punto di partenza del convegno sono stati i risultati della sperimentazione 2015 del progetto; progetto sostenuto dalle aziende della Sezione colture industriali di Assosementi e condotto in collaborazione con il Crea, Centro di ricerca per le colture industriali di Osimo (An).
“Qualità girasole”, giunto al suo 16° anno, ha l’obiettivo di valutare le attitudini produttive e qualitative delle varietà di girasole inserite nel circuito commerciale italiano. Nell’anno appena passato sono state testate ventiquattro varietà di girasole, rappresentative di tipici ambienti elianticoli. Dalle prove della rete è emersa un’alta potenzialità produttiva degli ibridi analizzati che, nelle maggiori località, hanno fornito una resa media superiore a 3,5 tonnellate/ettaro per quanto riguarda la produzione degli acheni ed un tenore medio in olio degli acheni tra il 43% ed il 45%.

“Le superfici investite a girasole sono in calo, con 90mila ettari nel 2015 (stime Assosementi), nonostante la richiesta di mercato aumenti” ha osservato Gianluca Fusco, in rappresentanza della Sezione colture industriali di Assosementi. “Il risultato è che le grandi opportunità offerte dal girasole non vengono colte in pieno nel nostro Paese soprattutto nel centro Italia dove, tra Marche, Regione leader per superfici coltivate, Umbria e Toscana, si concentrano i tre quarti del mercato.
Diventa quindi fondamentale utilizzare a pieno le tecnologie disponibili che consentono di ottenere nei nostri areali rese ottime e di alta qualità. Il progetto nasce proprio per portare sul campo varietà innovative, adatte alla realtà agroclimatica italiana. Accanto a ciò, per garantire un’elevata redditività del girasole, le ditte sementiere sono impegnate a fare cultura della coltura attraverso la propria rete di tecnici sul territorio, per suggerire agli agricoltori le migliori pratiche agronomiche
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Dopo i saluti del vice sindaco di Fermo, Francesco Trasatti, il convegno, presieduto dal direttore del Crea-Cin di Bologna, Marcello Donatelli, ha visto l’intervento di numerosi esperti e studiosi del settore, tra cui: Andrea Del Gatto, ricercatore del Crea-Cin di Osimo e coordinatore scientifico del progetto “Qualità girasole”; Luisa Manici del Crea-Cin di Bologna, che ha parlato delle minacce della peronospora del girasole; Angelo Frascarelli dell’Università degli studi di Perugia, che ha presentato una relazione sulla redditività di questa coltura, alla luce della Pac; Enrico Zagaglia, presidente Gruppo oli da semi di Assitol, che ha approfondito le prospettive dell’industria olearia italiana e la filiera del girasole; ed infine Carlo Tampieri, della Tampieri Spa, che ha concluso affrontando le esigenze dell’industria olearia.

Le presentazioni dei relatori sono scaricabili in questo link.