“Il basso potere calorico, l’elevato quantitativo di fibra alimentare e il buon contenuto in vitamine, minerali ed antiossidanti – ha proseguito Angeloni - fanno della pera un frutto adatto alla nutrizione di bambini, adulti, anziani e sportivi". La docente ha continuato richiamando la possibilità di utilizzo delle pere come semplice spuntino oppure in cucina per preparazioni dolci e salate. "Grazie alla presenza di varietà invernali ed estive è un frutto che si può definire di stagione tutto l’anno. La nutraceutica riconosce, attraverso una rinnovata relazione tra biologia, chimica e medicina, lo stretto rapporto che esiste tra le nostre abitudini alimentari e la nostra salute. Nutraceutico è un termine utilizzato per indicare componenti di alimenti, che forniscono importanti benefici per la salute dell’uomo, non solo in termini conservativi, ma soprattutto preventivi".
Il presidente di Fruit Modena Group, Adriano Aldrovandi, ha sottolineato: “Con quasi 1.800.000 quintali di pere prodotte e oltre 6.000 ettari coltivati la provincia di Modena si piazza ai vertici della classifica regionale della produzione del frutto che in Emilia Romagna trova il suo ambiente privilegiato tanto che proprio in regione si produce il 70% delle pere italiane”.
Scarsamente diffusa a causa delle difficoltà di conservazione – ricorda Coldiretti - la pera ha visto una grande espansione negli anni più recenti. Abate Fetel, Conference, Decana, Max Red Bartlett e William sono le varietà più diffuse tra i consumatori che ne apprezzano le ottime caratteristiche nutrizionali.
“La certificazione dell’Indicazione geografica protetta Igp di cui gode la pera dell'Emilia Romagna - ha detto il presidente di Coldiretti Modena, Francesco Vincenzi - valorizza la sua unicità e tipicità. Purtroppo, però – ha concluso Vincenzi - un frutto così ricco di qualità nutritive e gradito al palato dei consumatori non riesce a spuntare un prezzo equo per i produttori che lavorano sottocosto non riuscendo a coprire neanche i costi di produzione. La mancata redditività delle imprese impedisce nuovi investimenti con la grave conseguenza che, negli ultimi quindici anni, la superficie investita a pere in regione si è ridotta di quasi un terzo, dai 29 mila ettari del 2000 ai 21 mila del 2014, mettendo a rischio un patrimonio inestimabile di conoscenza ed esperienza”.
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Fonte: Coldiretti Modena