L'annata anomala dal punto di vista climatico ha costretto molte aziende agricole ad anticipare la vendemmia, anche di venti giorni rispetto alla normale tabella di marcia. Ma a preoccupare tanti vignaioli non sono (solo) le bizzarrie del meteo, quanto l'ormai cronica mancanza di manodopera.
"Non si trovano operai per raccogliere l'uva", ci racconta Christian Marchesini, presidente del Consorzio di Tutela Vini della Valpolicella, realtà che raccoglie oltre 2.200 soci per circa 8.600 ettari di terreni vitati. Un giro d'affari da 700 milioni di euro, generato da un volume di 74 milioni di bottiglie.
"La crisi è iniziata con la pandemia e oggi è ancora più grave. Dieci anni fa a raccogliere l'uva c'erano pensionati, studenti, oltre alla manodopera proveniente dai Paesi dell'Est Europa. Ora invece si fa fatica a trovare qualcuno disposto a lavorare in campagna".
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La concorrenza del reddito di cittadinanza
Oggi le cose sono molto cambiate e Marchesini punta il dito anche contro il reddito di cittadinanza. "Tra stare a casa a non fare nulla e andare a lavorare nei campi molti scelgono la prima opzione. La cosa sconcertante è che in tanti ci chiedono di lavorare in nero per continuare a percepire il sussidio".
La questione d'altronde è complicata. Da una parte i disoccupati hanno una sorta di stipendio mensile erogato dallo Stato e in teoria dovrebbero essere assistiti nella ricerca di un lavoro da pare dei navigator. Dall'altro invece si trovano costretti a rifiutare il lavoro in vigna poiché ha una durata limitata, di circa un mese, e nel caso venga accettato porta alla perdita o al ridimensionamento del reddito di cittadinanza. "Così però si fa una concorrenza sleale alle aziende agricole che non riescono a trovare manodopera".
Non solo una questione di reddito di cittadinanza
Non si può tuttavia ridurre i problemi del settore alla presenza del reddito di cittadinanza. Per Marchesini ci sono almeno altre tre componenti che allontanano i lavoratori dalla vita nei campi.
"Ad esempio, il provvedimento pensionistico Quota 100 vieta a chi è andato in pensione di svolgere qualunque attività lavorativa. La conseguenza è che molte persone, che pure vorrebbero venire a raccogliere l'uva, non possono farlo".
Anche perché nel Veronese la vendemmia fa parte della tradizione. Molte persone partecipano per passione, quasi fosse una festa. "Ma se una azienda familiare chiama a raccolta amici e parenti per la vendemmia e questi non sono assunti con regolare contratto, in caso di ispezione sono guai", sottolinea Marchesini.
E infatti un altro elemento di criticità è stato l'abolizione dei voucher. Erano quegli strumenti che ogni datore di lavoro poteva acquistare ad un semplice tabacchi e che comprendevano anche i contributi e l'assicurazione. Uno strumento veloce per dare una forma di tutela ai lavoratori precari e al contempo non caricare sulle spalle delle aziende una eccessiva mole di burocrazia.
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Lavoro agricolo, mancano operai stranieri
Infine a complicare la vita alle aziende c'è la mancanza di manodopera straniera. Come ci ha spiegato Roberto Caponi, responsabile Lavoro di Confagricoltura, l'aumento degli standard di vita nei Paesi dell'Est Europa ha spinto molti lavoratori a rimanere nei propri Paesi di origine poiché non è più conveniente venire a lavorare in Italia. I salari proposti dalle aziende agricole non sono più così attrattivi, e così il numero di operai è in declino.
Situazione diversa riguarda invece i lavoratori extracomunitari, quelli provenienti dal Nord Africa o dall'India ad esempio. In questi casi i problemi sono di tipo burocratico. Non essendoci flussi stabili di lavoratori che possono venire in Italia in maniera legale, le aziende agricole si trovano nel paradosso di avere lavoro da offrire, ma di non poterlo dare a chi vive al di fuori dell'Unione Europea.
"Quello che chiediamo al futuro Governo è che metta mano al problema e si trovi una soluzione, perché la carenza di manodopera non può che peggiorare", conclude Christian Marchesini. "Sarebbe utile ad esempio reintrodurre i voucher e dare la possibilità ai pensionati con Quota 100 di fare lavori saltuari. E ovviamente c'è la questione del reddito di cittadinanza che deve essere affrontata".