Un momento atteso, ricco di riflessioni e impegni per il futuro, considerato che le risorse in arrivo costituiscono un'occasione unica per migliorare il verde e la vivibilità delle nostre città, nella consapevolezza che la tutela dell'ambiente è una questione non più procrastinabile.
Dopo un anno difficile a causa della pandemia da covid-19, caratterizzato da isolamenti forzati, finalmente si è tornati ad incontrare colleghi e amici in occasione dell'Assemblea annuale e del convegno "Verso il verde del futuro: roadmap per green city". Il tutto si è svolto nella splendida cornice dei Vivai Pistoiesi, dal 21 al 23 ottobre 2021.
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Le visite ai vivai hanno confermato una volta di più l'importanza di questa attività, a maggior ragione ora che da più parti e in ogni dove si predica ad alta voce che bisogna piantare milioni di alberi per contrastare il cambiamento climatico e salvare così il Pianeta. Solo che gli alberi non possono essere prodotti meccanicamente in serie come se fossero un qualsiasi prodotto di largo consumo che il progresso tecnologico oggi ci fornisce in quantità e in tempi brevi.
Alcuni numeri che parlano da soli, per comprendere la portata della realtà vivaistica del distretto pistoiese: 5.500 ettari adibiti a vivai (circa il 5% dell'intera superficie della provincia di Pistoia), 1.540 aziende, oltre 10mila addetti che vi lavorano, includendo anche l'indotto, con una produzione annua di circa 3 milioni di alberi e 50 milioni di arbusti.
Il motivo per cui in questa zona d'Italia si è sviluppata questa specifica attività è da ricercare nella posizione geografica della piana di Pistoia, circondata dalle montagne appenniniche, quindi caratterizzata da un microclima favorevole e con una buona piovosità annua; in passato quest'area era ricoperta da paludi che prosciugandosi, hanno lasciato un terreno ricchissimo di humus, quindi favorevolissimo per la coltivazione.
Non ultimo la tenacia, la passione e la professionalità secolare dei vivaisti: basta osservare attentamente l'organizzazione dei vivai in tutte le fasi, dalla produzione, al contrasto delle malattie con modalità biologiche e sostenibili, alla preparazione delle piante per la vendita, al carico sui mezzi, alla capacità e al coraggio di sperimentare di continuo e promuovere novità da utilizzare nelle sistemazioni a verde. Tutto questo appreso direttamente dai protagonisti che operano sul campo, ascoltando soprattutto i giardinieri che ogni giorno, con qualsiasi tempo vivono "in simbiosi" con un patrimonio vegetale che ci regala ossigeno e salute.
Coltivazioni in serra nella realtà pistoiese
(Fonte foto: Alberto Vanzo - Associazione Pubblici Giardini)
Il convegno ha affrontato temi di assoluta attualità, considerato che saranno disponibili fondi del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per interventi di riforestazione urbana. Di conseguenza, la programmazione della produzione vivaistica riveste un'importanza fondamentale. Se è piuttosto facile iniziare un intervento di riforestazione urbana mettendo a dimora astoni, postime forestale, sperando che col tempo diventino un bosco, ben più difficile è disporre di milioni di alberi, che richiedono circa 6-7 anni di coltivazione in vivaio per poter essere definiti tali e quindi utilizzati.
I responsabili della gestione del verde pubblico chiedono a gran voce che anche in Italia si pensino e si attivino i contratti di coltivazione, aspetto che dovrebbe essere addirittura inserito nel Codice dei Contratti per le Pubbliche Amministrazioni, in quanto solo in questo modo si può pianificare il futuro del verde nelle nostre città. Un altro aspetto sul quale non si può transigere è l'adeguata e costante dotazione di risorse destinate alla manutenzione: più volte si è detto che l'alberata non è come una strada, è costituita da esseri viventi che hanno bisogno di cure per ambientarsi e sopravvivere in un ambiente ostile come quello delle nostre inquinate città; mediamente, in Italia si spende 1,1 euro all'anno per metro quadro di verde pubblico, contro i 2,5-3 euro all'anno per metro quadro di verde in Europa. Il divario è notevole.
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Un ulteriore elemento da valorizzare è il valore economico del verde: merita di essere quantificato, ad esempio, valutando l'impatto positivo e terapeutico sulla salute, l'incremento di bellezza dell'ambiente; più si vive nel verde, più lo si fruisce, meno ci si ammala e ridurre i costi sociali della sanità pubblica non è cosa da poco.
Inoltre è necessario porre maggiore attenzione alla comunicazione al cittadino, al quale va spiegato il motivo delle scelte che accompagnano la gestione e la manutenzione del verde urbano, comprese le scelte più dolorose e difficili da far comprendere, come può essere la necessità di abbattere un albero pericoloso che all'occhio profano appare invece sano. Di fronte a situazioni critiche per la pubblica incolumità non si deve mai negare, nascondere o sminuire il rischio, ammettendo anche limiti ed incertezze sul sapere disponibile, ponendo attenzione a non dare assicurazioni vane. Adottare un atteggiamento dialogico, ma saper nel contempo difendere le proprie scelte tecniche che derivano dalla conoscenza dei problemi e del territorio, dallo studio, dall'esperienza quotidianamente maturata sul campo.
Un ringraziamento va al Consorzio dei Vivaisti Pistoiesi per la squisita ospitalità, a tutti gli sponsor che hanno consentito non solo l'organizzazione dell'incontro annuale, ma hanno anche promosso un aggiornamento tecnico nei vari ambiti della gestione del verde urbano. Infine un grande ringraziamento ai colleghi toscani che si sono prodigati con perfetta efficienza, nonché encomiabile pazienza, nel guidare i gruppi durante le varie iniziative messe in campo.
Confidando che la situazione generale continui a migliorare, l'appuntamento per il 2022 è a Trieste.
Alberto Vanzo, Delegazione Piemonte e Valle d'Aosta, Associazione Pubblici Giardini
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