"Siamo soddisfatti per un risultato che rappresenta un ulteriore tassello per diversificare e riqualificare il nostro territorio: si tratta di una deroga importante concessa grazie alle interlocuzioni avviate con il ministero, di concerto con le organizzazioni di categoria, per riconvertire le colture del Salento" ha detto l'assessore Pentassuglia.
"Pertanto, sulla base delle indicazioni del Servizio fitosanitario regionale - ha sottolineato Pentassuglia - gli agricoltori ed i proprietari di terreni ricadenti nelle aree colpite potranno far richiesta di impiantare specie arboree che, sebbene teoricamente suscettibili alla xylella, si sono dimostrate resistenti o tolleranti all'organismo nocivo. In particolare, si fa riferimento alle piante del genere Citrus e della famiglia delle drupacee, ovvero agrumi, peschi, ciliegi, mandorli, albicocchi".
"Obiettivo ultimo è offrire ulteriori prospettive di sviluppo alle zone particolarmente colpite dalla batteriosi - ha concluso l'assessore pugliese - anche in un quadro di valorizzazione di un paesaggio così duramente colpito".
Fin qui le dichiarazioni di Pentassuglia, che ricorda come sia necessario comunque presentare domanda per cambiare piano colturale e che - va ricordato - occorre nelle zone soggette a vincolo paesaggistico affrontare l'iter autorizzativo previsto.
Coldiretti, ora si può programmare il futuro
Si può ora iniziare a programmare la diversificazione colturale in Salento, dopo il disastro causato dalla Xylella fastidiosa che ha colpito 21 milioni di olivi, ovviamente al netto delle complicazioni burocratiche delle zone soggette a vincolo paesaggistico. Coldiretti Puglia esprime plauso al pressing esercitato dall'assessore regionale all'Agricoltura, Donato Pentassuglia: "È possibile l'impianto perché le piante specificate si sono dimostrate resistenti o immuni all'organismo nocivo, in base ad attività di ricerca svolte almeno negli ultimi due anni e piantate nelle zone infette in cui si opera l'eradicazione, e ciò riguarda agrumi, il pesco, l'albicocco, il susino, il mandorlo", esulta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.Coldiretti Puglia sulla scorta dello studio scientifico dell'Ipsp del Cnr di Bari rileva: "Le indagini diagnostiche sulle piante delle varietà di ciliegio dolce e mandorlo selezionate - sia a seguito dell'esposizione ad adulti di sputacchina con elevata incidenza di infezioni di Xylella fastidiosa sia all'inoculo artificiale - hanno dimostrato che la presenza del batterio risulta in media bassa: all'11% su mandorli e ciliegi. Questo dato confrontato con quanto ottenuto nelle tesi con piante di olivo, con la media di piante infette del 74,43%, indica una percentuale significativamente più bassa di infezione per mandorlo e ciliegio".
"Vitale aprire all'impianto anche di altre specie arboree per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro messi a disposizione verso altre colture dal Piano anti xylella dei 300 milioni di euro e dare una iniezione di risorse alla ricerca con i 20 milioni di euro da destinare agli studi scientifici e alla sperimentazione per ricostruire al meglio il patrimonio produttivo e paesaggistico del 40% della regione colpita dalla xylella", insiste Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce.
Il mandorlo è da tempo considerato resistente e tollerante - riferisce Coldiretti Puglia - in una misura almeno uguale, se non superiore, alle varietà di olivo resistenti, per le quali è autorizzato l'impianto, secondo gli studi del Cnr di Bari, mentre gli agrumi, il pesco, l'albicocco ed il susino sono risultati immuni alla Xylella fastidiosa sottospecie pauca da prove scientifiche del Cnr di Bari, già ampiamente validate nel 2016 e quindi anche prima dei due anni richiesti dal regolamento. È indispensabile liberalizzare i reimpianti - insiste Coldiretti Puglia - con l'adeguata diversificazione colturale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, perché la ricerca ha dimostrato che altre varietà hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo resistenti.