Campania, i Consorzi di bonifica hanno progetti per 623 milioni di euro
In Campania, infatti, continuano ad essere costantemente monitorate le portate del fiume Sarno e dei suoi affluenti, al centro di un comprensorio ad alto rischio idrogeologico a causa della friabilità del terreno e della forte pendenza dei corsi d'acqua; le recenti forti piogge hanno riacceso il clima d'allarme.E da Anbi Campania si sottolinea la necessità di rilanciare gli investimenti nelle opere di bonifica e difesa idrogeologica, atteso che i Consorzi di bonifica della Campania sovraintendono sotto questo profilo oltre il 54% del territorio regionale. Gli enti hanno pronti 193 progetti per 623 milioni di euro di opere da realizzare, necessarie per la salvaguardia del territorio: cercano una sponda in Regione Campania e sono a caccia di finanziamenti sui fondi strutturali e sul Recovery fund. Tra queste figurano operazioni non rinviabili, come l'ammodernamento delle idrovore, che consentono di tenere al sicuro dall'impaludamento vaste porzioni di pianura nelle province di Caserta, Napoli e Salerno.
"Oggi è necessario ricordare che i dieci consorzi di bonifica operanti in Campania - afferma Vito Busillo, presidente Anbi Campania e vicepresidente nazionale - sono all'avanguardia sui temi del risparmio idrico nell'irrigazione e della difesa del suolo e della difesa idraulica: nel bacino del Sarno grazie alla manutenzione del Consorzio si è evitato il peggio lo scorso 27 settembre". Restando nella regione, resta altresì positiva la situazione delle altezze idrometriche dei fiumi Volturno e Sele rilevata dall'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche.
Puglia e Basilicata, un bilancio della stagione irrigua pesante
Ad invasi praticamente vuoti - il deficit è di circa 56 milioni di metri cubi rispetto al 2019 -, si è conclusa invece la stagione irrigua nel Tavoliere delle Puglie, una delle maggiori aree agricole del paese. È stata una stagione problematica, iniziata e conclusa con una carenza idrica importante in tutti i bacini. Ciò ha comportato una riduzione della stagione sia nel calendario irriguo che nella dotazione unitaria per ettaro: una decisione necessaria per rispettare tutti gli investimenti colturali, ma che inevitabilmente ha creato danni alla coltivazione del pomodoro.La programmazione degli investimenti di questa coltura è rimasta incerta per diverso tempo, nonostante le condizioni di mercato favorevoli, comportando un calo di oltre il 20% rispetto alla media delle superfici investite nella Capitanata. A soffrire maggiormente della carenza idrica è stata soprattutto l'area del Nord Fortore, dove sono concentrati i maggiori investimenti a pomodoro da industria ma, ad aggravare la situazione in termini di rese, sono state alcune violente piogge di inizio agosto che hanno allagato numerosi campi di pomodoro nell'Alto Tavoliere, riducendo drasticamente la produzione con perdite che hanno superato il 35%.
"L'andamento sempre più anomalo delle condizioni meteo dovuto ai cambiamenti climatici - sostiene il presidente del Consorzio per la bonifica della Capitanata, Giuseppe De Filippo - impone l'adozione di misure efficaci a difesa dell'agricoltura e dell'ambiente. Il completamento degli schemi idrici e la creazione di nuove infrastrutture per migliorare la gestione idraulica del territorio non sono più rinviabili".
I dati dell'Osservatorio Anbi sulle Risorse idriche segnalano inoltre il costante calo delle riserve d'acqua in Basilicata, i cui bacini, nonostante alcune piogge recenti, continuano a scendere di circa 10 milioni di metri cubi a settimana, attestando il deficit sull'anno scorso a quasi 52 milioni. Sul come venir fuori a medio e lungo termine da questo preciso gap non mancano le soluzioni prospettate da Anbi.
Anbi, piano di efficientamto per il Sud da 1,9 miliardi di euro
"Il nostro Piano per l'efficientamento della rete idraulica del paese - dice Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi- prevede, per il Sud Italia, 222 progetti definitivi ed esecutivi, già presentati al Governo per essere inseriti nel Recovery plan; garantirebbero oltre 3.350 posti di lavoro grazie ad un investimento di circa 671 milioni di euro"."Non solo - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -, il Piano prevede la manutenzione straordinaria di 45 invasi, il completamento di altri sei e la realizzazione di quattro nuovi bacini; in tutto, circa 1 miliardo e 229 milioni di investimento per oltre 6.140 posti di lavoro. Si tratta di una proposta concreta, immediatamente avviabile per concorrere a dare risposta alla prima esigenza del paese: la sistemazione del territorio, facendone occasione anche di crescita economica nel segno del Green new deal".