Brexit, l'uscita del Regno Unito dall'Ue obbliga a una ridefinizione degli accordi commerciali che riguarda anche l'export dei prodotti agroalimentari oltre Manica. L'Italia esporta nel Regno Unito il 6% del suo import totale, 3,3 miliardi di euro nel 2018. Nel dettaglio vino, ortofrutta fresca e trasformata, prodotti lattiero-caseari, cereali, riso e derivati, animali e carni. La Brexit rivede al ribasso anche il bilancio Ue 2021-2027, con ripercussioni dirette sulla Pac. 320 milioni in meno per l'agricoltura italiana nel solo 2021.

L'accordo di recesso tra il Regno Unito e l'Unione europea è entrato in vigore il primo febbraio 2020. Il periodo transitorio previsto dall'accordo di recesso garantisce l'integrità e l'omogeneità del mercato unico e dell'unione doganale. Al termine del periodo transitorio, gli accordi internazionali conclusi dall'Ue non saranno più applicabili al Regno Unito.

Nel frattempo continuano i negoziati sugli accordi commerciali tra Ue e Regno Unito per definire il post Brexit. Ad oggi questi negoziati sono in una situazione di stallo viste le diverse posizioni sul tavolo. Visita questa e questa pagina per saperne di più.


Importazioni dall'Europa

Il commercio di prodotti agroalimentari ha subito e subirà dei cambiamenti. Basti pensare che i primi quattro paesi da cui il Regno Unito importa prodotti agroalimentari sono Paesi Bassi (14%), Germania (11%), Irlanda (10%) e Francia (10%). Le esportazioni dei paesi dell'Ue nel Regno Unito ammontano a 40 miliardi di euro (dati 2017). I prodotti maggiormente esportati dai paesi Ue nel Regno Unito sono, al 2018, frutta e verdura fresca e trasformata (20%), carne (18%), latticini (9%), vino, alcolici e bevande (12%), preparati alimentari (18%), altro (23%).


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Una percentuale significativa delle importazioni agroalimentari del Regno Unito proviene dall'Ue (73%): i prodotti lattiero-caseari, le preparazioni alimentari e i prodotti a base di carne sono i principali prodotti dell'Ue rispetto al totale delle importazioni agroalimentari del Regno Unito.


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Esportazioni dall'Italia nel regno Unito. L'Italia detiene una quota di circa il 6% delle importazioni agroalimentari totali del Regno Unito dall'Ue, posizionandosi al sesto posto, con un fatturato di 3,3 miliardi di euro nel 2018. I paesi dell'Unione europea hanno esportato nel Regno Unito, nel 2018, prodotti agroalimentari per un valore di circa 40 miliardi di euro.


Allegato III - grafico
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I principali prodotti esportati nel Regno Unito dall'Italia sono, al 2015, vino (23%), ortofrutta fresca e trasformata (22%), prodotti lattiero-caseari (6%), cereali, riso e derivati (18%), animali e carni (7%), riguardanti complessivamente il 6,2% delle importazioni inglesi. Si ipotizza dunque un aumento generalizzato dei prezzi al consumo nel breve periodo in seguito agli ulteriori dazi europei. Visita questa pagina per saperne di più.


Le ripercussioni sulla Pac

Con l'uscita del Regno Unito dall'Europa, la Francia, in particolare, ha esposto le sue preoccupazioni in merito al bilancio 2021-27 all'ultimo summit europeo a Bruxelles, specialmente per i possibili tagli che potrebbero compromettere anche il settore agroalimentare. Per questo motivo Parigi si è opposta con vigore a un ribasso del bilancio per la Politica agricola comune (Pac). La Brexit dovrebbe comportare un taglio annuale al bilancio complessivo 2021-2027 di 10 miliardi di euro.

Sempre all'ultimo summit europeo, Francia e Italia hanno proposto che i paesi più ricchi d'Europa, in primis Germania e Paesi Bassi, contribuiscano maggiormente al buco causato dall'uscita del Regno Unito.


Il regolamento provvisorio per il 2021

È stato pubblicato, a fine gennaio, il regolamento provvisorio del Consiglio e Parlamento europeo che fa i conti con le minori risorse a disposizione causate dalla Brexit e in attesa di un accordo definitivo sul bilancio pluriennale 2012-2027. Secondo questo regolamento, l'agricoltura italiana subirebbe dei tagli per 370 milioni di euro per il 2021, nel dettaglio 230 milioni per il Fondo per lo sviluppo agricolo (Feasr), e 140 milioni per i pagamenti diretti agli agricoltori.

Le regioni italiane più colpite per quanto riguarda i tagli agli agricoltori sarebbero Puglia (38,6 milioni), Sicilia (37,7 milioni) e Lombardia (32 milioni). A seguire, subiranno maggiormente i tagli anche Campania (28,5 milioni), Veneto (28,3 milioni), oltre a Emilia Romagna, Piemonte, Calabria e Sicilia.
 

In collaborazione con Serena Mazzurana