Dalla cittadina pugliese si sottolinea infatti come anche nello scorso anno “Il 70% della produzione è destinata all’estero. In particolare il Dop rappresenta il 91.80% dell’intero imbottigliato, il Riserva il 7,65% ed il dolce naturale Docg lo 0.55%”. Il numero di aziende imbottigliatrici di etichette Primitivo di Manduria è a quota 144.
Il Primitivo di Manduria, peraltro, già nel 2018 aveva incrementato la produzione del 15% sul 2017, portandosi a 20 milioni di bottiglie e ad un fatturato da 120 milioni di euro, e già in quell’anno generato per il 70% dalle vendite all’estero.
“Questa crescita – afferma Mauro di Maggio, presidente del Consorzio – è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra Doc e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire. Noi come Consorzio di tutela stiamo puntando sempre più ad un sistema di denominazione che garantisce più qualità e più controlli sia in Italia sia all'estero. Queste attività sostengono il territorio ma soprattutto sono a fianco dei produttori che credono nel nostro brand”.
"Altra mission - conclude di Maggio - è valorizzare l’identità vitivinicola territoriale, coinvolgimento l’intera filiera e comunicando il Primitivo di Manduria come sinonimo di vino di eccellenza”.
Anche se nei prossimi anni peserà sui volumi la vendemmia 2019, più contenuta dal punto di vista della quantità “Ma che si riscatta in pieno per la qualità eccezionale”. Tanto aveva dichiarato lo stesso di Maggio, appena alla fine della raccolta dell'uva.
Infatti, se per il tipico vitigno pugliese la resa è stata bassa, circa il 30-35 % in meno rispetto all’annata precedente, i frutti sani e di ottima qualità consentiranno di mettere in bottiglia vini ricchi di colore e di struttura. Un’occasione in più per fidelizzare ed ampliare i consumatori di questo generoso vino del Sud.
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Fonte: Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria
Autore: Mimmo Pelagalli