Il Programma di sviluppo rurale Puglia 20140-2020 marcia verso il disimpegno automatico delle risorse del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale che l'amministrazione pugliese sta tentando di pilotare e rendere parziale e corrispondente ad una quota parte di circa 100 milioni di euro di spesa pubblica complessiva. Gli uffici del dipartimento Agricoltura sono riusciti a giustificare con la causa di forza maggiore - i ricorsi al Tar sulle misure strutturali - solo altri 42 milioni di spesa pubblica non effettuata entro il 31 dicembre scorso.
E' quanto emerso il 3 febbraio a Bari, durante un'audizione della Commissione del consiglio regionale della Puglia per l'agricoltura e le attività produttive.

AgroNotizie - sulla base dei dati Agea resi noti il 3 gennaio scorso - stima che l'ammontare del disimpegno automatico del Feasr del Psr Puglia, dovrebbe aggirarsi intorno ai 60 milioni di euro, se le richieste di Regione Puglia venissero accolte dalla Commissione Ue, e atteso che il mancato raggiungimento dell'obiettivo di spesa pubblica di oltre 142 milioni di euro aveva determinata la mancata spesa di circa 86 milioni di euro sul Feasr.

La programmazione e gestione del Psr Puglia, con particolare riferimento al mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa comunitari per il 2019 è stata oggetto delle audizioni della IV Commissione consiliare presieduta da Donato Pentassuglia. Su richiesta del consigliere regionale ed ex assessore alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia, alla seduta sono intervenuti il direttore del dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone, in rappresentanza del presidente della Regione Michele Emiliano, la dirigente dell'Autorità di Gestione del Psr Rosa Fiore e l'avvocato Leonilde De Francesconi dell'Avvocatura regionale.

Di Gioia ha chiesto di fare il punto sul rischio di disimpegno dei fondi Feasr, sulla situazione relativa ai ricorsi presentati dalle aziende che sono state escluse dalla concessione dei contributi e ai casi di aziende ammesse successivamente all'emanazione di circolari che hanno modificato i criteri relativi alla regolarità contributiva, alla sostenibilità finanziaria e cantierabilità dei progetti.

Nardone ha comunicato che la Regione ha inviato nei giorni scorsi a Bruxelles una dettagliata relazione con un Piano d'azione per indicare gli obiettivi bimestrali che consentiranno di valutare l'andamento della spesa, al fine di ottenere la richiesta di deroga e scongiurare il disimpegno dei fondi. Dei 142 milioni di mancata spesa per il Psr infatti, sono 42 i milioni cofinanziati dal Feasr per i quali la Puglia ha chiesto che venga riconosciuta la causa di forza maggiore (le sentenze del Tar) e consentita la rimodulazione dei budget.

Secondo i dati dell'Autorità di gestione, su 680 istanze classificate in posizione utile, sono 490 le concessioni rilasciate. I casi riguardanti le imprese inizialmente escluse e poi riammesse in graduatoria sono 42, per quanto riguarda sostenibilità finanziaria e titoli abilitativi. Mentre sono 95 i casi di riammissione per quanto riguarda invece la cantierabilità.

L'Avvocatura regionale ha ridefinito il numero dei ricorsi pendenti che sono 84 dopo la recente sentenza favorevole del Tar che ne ha rigettato uno confermando la correttezza dell'operato dei servizi regionali nell'espletamento dell'istruttoria.

A margine delle audizioni, i commissari Cristian Casili del M5s e Domenico Damascelli di Forza Italia hanno sollecitato un rafforzamento del personale regionale da impegnare nelle attività istruttorie e chiesto attenzione per le aziende che hanno fatto investimenti per i reimpianti nelle zone colpite da Xylella fastidiosa.
Casili in particolare ha sollevato la questione riguardante gli studi di consulenza professionali esterni interpellati per la gestione delle istanze, chiedendo di verificare che non ci siano conflitti di interesse.