Le scelte di politica agraria fatte da Bruxelles per il settore bieticolo saccarifero hanno ridotto al lumicino le produzioni italiane di zucchero. Che ora chiedono aiuto.

Per il riso, soffocato dalle importazioni a dazio zero, c'è una svolta. Le autorità comunitarie hanno accolto l'appello dell'Italia.

L'Onu torna sui suoi passi e ripropone le etichette a semaforo per i prodotti alimentari. E per molte nostre eccellenze italiane potrebbe accendersi il segnale "rosso".

Non si ferma il fenomeno delle imitazioni sul made in Italy, che ci costano almeno 35 miliardi l'anno.

Moderata soddisfazione per la fissazione del prezzo del latte sino a fine anno. Ma gli allevamenti da carne segnano il passo.

Folla sin dai primi giorni a Bologna per l'Eima, il salone della meccanizzazione agricola ora in pieno svolgimento. Polemiche per l'assenza del ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Zucchero amaro

Alla fine le scelte fatte a Bruxelles in tema di zucchero e barbabietole sono riuscite, sebbene non fosse il loro scopo, ad azzerare o quasi lo zucchero italiano.
Dei 19 zuccherifici esistenti ne sono sopravvissuti appena tre e presto saranno solo due. Così ogni cinque pacchetti di zucchero che entrano nella catena distributiva, ben quattro non possono fregiarsi della scritta "made in Italy".

E' questo il quadro desolante che emerge dall'analisi che “Repubblica” del 6 novembre fa sul settore bieticolo saccarifero. Efficace e indovinato il titolo: "Italia, paese amaro. Nell'economia non c'è zucchero".

Per risollevare le sorti del settore si invocano sgravi alle aziende che lavorano il prodotto nazionale.
Richiesta rivolta al dicastero agricolo, come si legge su “Il Resto del Carlino” del 3 novembre.
Se anche accolta, e c'è da dubitarne, basterà? Pare non crederci nemmeno il giornale che ne parla, che all'argomento dedica una nota di appena quindici righe.

Nel frattempo dal quotidiano piacentino "Libertà" dell'8 novembre si apprende dell'avvenuto rinnovo del contratto quadro nazionale per la produzione delle sementi di barbabietola.
I contenuti riguardano in particolare l'ampliamento della superficie coltivata. Oggi, ricorda questo quotidiano, si coltivano appena 37mila ettari contro i 120mila di dodici anni fa.
 

Una soluzione per il riso

Dopo lo zucchero anche il riso italiano stava correndo analoghi rischi.
Colpa delle importazioni agevolate da alcuni paesi dell'Est asiatico, al fine di risollevarne le sorti economiche.

Peccato che al contempo queste scelte abbiano affossato i prezzi del nostro riso, e molte aziende siano state costrette a ridurre, per non rimetterci, gli ettari coltivati a riso.
Il problema è noto da tempo alle autorità comunitarie, ma solo in questi giorni è arrivata una svolta.

Se ne parla il 7 novembre su "Il Sole 24 Ore” che commenta l'approvazione a Bruxelles del ripristino dei dazi sulle importazioni, accogliendo così le richieste dell'Italia.
Torna su questo argomento "Avvenire" dell'8 novembre per commentare la soddisfazione delle organizzazioni agricole per la proposta di Bruxelles di porre limitazioni agli arrivi di riso da Cambogia e Myanmar.

Non riguarda solo il riso ma tutte le aziende agricole l'anticipo dei pagamenti degli aiuti comunitari per complessivi 900 milioni di euro. I dettagli si possono leggere su "Italia Oggi" dell'8 novembre.
 

"Bizzarrie" dell'Onu

A doversela vedere con scelte "bizzarre" sono poi molte eccellenze del made in Italy.
L'Onu e l'Oms (Organizzazione mondiale delle sanità) tornano all'assalto dei cibi con un alto contenuto in grassi e sale.
E prendono nuovamente di mira prodotti come il Parmigiano Reggiano o i tanti prosciutti Dop e non.

Lo avevano già fatto in passato, per poi ricredersi e ammettere l'errore.
Non convinti, tornano alla carica volendo imporre tasse e "bollini" di avvertimento.

Lo si apprende il 3 novembre da “Il Sole 24 Ore” e da “Il Messaggero”, che non mancano di esprimere contrarietà a scelte inaccettabili, che per di più sembrano accondiscendere a motivazioni commerciali più che salutistiche.
Una tesi quest'ultima sposata il 7 novembre da “La Verità”, che punta il dito contro la Francia, che dalle tesi dell'Onu potrebbe trarre qualche vantaggio.


Aperture a Est

Il made in Italy deve poi vedersela con i tanti falsi che affollano i mercati internazionali.
Un recente studio di Innova & Partners, commentato su “Avvenire” del 2 novembre, afferma che queste frodi ci costano almeno 35 miliardi di euro.

In compenso il vero made in Italy trova largo apprezzamento alla recente manifestazione espositiva che si è svolta a Shanghai e della quale si parla su “Il Sole 24 Ore” del 6 novembre.
La parte del leone la fanno le grandi industrie, ma c'è spazio anche per l'agroalimentare.

Su “Italia Oggi” del 7 novembre si legge che sul mercato cinese si aprono interessanti opportunità per i nostri agrumi, dopo l'eliminazione delle barriere all'import dal nostro paese.
Sempre per il settore agrumicolo, si legge sullo stesso quotidiano, sono ora disponibili 10 milioni di euro previsti nella legge di Bilancio del 2017.
 

Nelle stalle

Nel mondo degli allevamenti si saluta con moderata soddisfazione il raggiungimento di un accordo sulla fissazione del prezzo del latte in Lombardia.
I dettagli dell'intesa, che ha valenza per gli ultimi tre mesi del 2018, si possono leggere il primo novembre su alcuni quotidiani locali, come “Brescia Oggi” e “Libertà”.

Novità in arrivo anche per il latte ovino, dopo il via libera a Oilos, organizzazione interprofessionale che in Sardegna si occuperà della fissazione dei prezzi, come si legge su “Nuova Sardegna” del 2 novembre.

Alle buone notizie provenienti dal mondo del latte si contrappongono quelle negative che riguardano gli allevamenti di bovini da carne.
L'argomento è affrontato il 4 novembre dalla “Gazzetta di Bari”, dove si denunciano le difficoltà del mercato delle carni e la conseguente chiusura di numerosi allevamenti.
 

Eima a pieno regime

In questi giorni a Bologna è in pieno svolgimento Eima, il salone della meccanizzazione agricola al quale hanno dedicato attenzione numerosi quotidiani.
Fra questi il “Corriere di Bologna” del 5 novembre, che ha pubblicato il dettaglio del ricco programma di incontri che fanno da cornice all'evento fieristico.

Nello stesso giorno “QN” ha puntato l'attenzione sull'intenso processo di innovazione che riguarda ogni settore delle coltivazioni.
Il Resto del Carlino” del 6 novembre ha preso invece in esame il rapporto fra meccanizzazione e ambiente, al quale il salone bolognese ha dedicato un intero settore, Eima Energy.

Ancora su “Il Resto del Carlino”, del 7 novembre in questo caso, si continua a parlare di Eima per commentare la mancata presenza del ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che impegnato altrove non ha partecipato all'inaugurazione della manifestazione bolognese, suscitando molti dissapori fra gli "addetti ai lavori".

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