Nel suo intervento il ministro ha dichiarato che il suo mandato alle Politiche agricole sarà caratterizzato dalla disponibilità all'ascolto. "Voglio conoscere le vostre esigenze, avere un rapporto diretto con tutti voi e con i territori. La giornata di oggi rappresenta il primo passo in questa direzione. C'è voglia d'Italia da parte di turisti stranieri e italiani che vogliono scoprire o riscoprire il paese. In Italia abbiamo oltre 22mila agriturismi che creano ricchezza, con un fatturato annuo di oltre 1,2 miliardi di euro" ha detto Centinaio.
"Il made in Italy è un patrimonio comune; sfruttiamolo puntando su sostenibilità, competitività e innovazione. Abbiamo un modello Italia da presentare al mondo. Ma è arrivato il momento di aggregare di più e fare squadra sui territori per compiere un ulteriore salto di qualità. Mettendo insieme turismo e agricoltura, il ministero che guido diventa un dicastero gigantesco della gestione e della promozione delle eccellenze italiane all'estero, - ha concluso - che sono il nostro biglietto da visita".
L'idea del neoministro è quella di una enorme operazione di marketing territoriale a livello mondiale, utilizzando il made in Italy come cavallo di Troia e di battaglia per difenderlo "dalle contraffazioni, dall'italian sounding e dalla burocrazia di Bruxelles".
A proposito di Bruxelles, è sembrato di risentire l'ex ministro De Girolamo con il suo "in Europa, dove si deve andare battendo i pugni sul tavolo e non con il cappello in mano", quando Centinaio, parlando di Europa, ha detto "facciamo sentire la nostra voce, battiamo i pugni sul tavolo se necessario. Non assisteremo passivamente agli eventuali tagli, come quelli della Politica agricola comune. L'agricoltura italiana deve avere degli interlocutori forti. Andiamo a testa alta in Europa, - ha sottolineato Centinaio - decisi a difendere il reddito delle nostre imprese. È quello che dirò da subito, il 18 giugno quando sarò al Consiglio europeo. Noi non subiamo passivamente le decisioni che ci arrivano dall'alto. Basta imposizioni. A Bruxelles andiamo per confrontarci e avere un interlocutore alla pari, capace di darci risposte e non di penalizzarci".
Un intento assolutamente lodevole, se ci è consentito un commento, che certamente porterà i suoi frutti purché il nuovo ministro mostri di saper battere sul tavolo i pugni molto più forte di colei che, ormai cinque anni or sono, lo ha preceduto nell'incarico.
"Ringraziamo il ministro per la sua presenza" ha dichiarato il presidente nazionale Cia Dino Scanavino. "Apprezziamo la determinazione e la capacità di ascolto che, sin dalle prime ore del suo mandato, ha deciso di mettere in campo, con impegno e autorevolezza, per difendere gli agricoltori e per favorire forme di collaborazione tra le imprese e tutte le realtà che rappresentano il nostro straordinario territorio, a partire dal turismo.
Il connubio tra agricoltura e turismo, enogastronomia e territorio, è nella natura del nostro paese" ha concluso Scanavino.
"Siamo convinti che la nascita di collaborazioni efficaci tra i protagonisti dei vari settori possa tradursi in benefici per l'intero sistema economico nazionale".
Gian Marco Centinaio e Dino Scanavino
(Fonte foto: Alessandro Vespa - AgroNotizie)
Rispondendo alle domande dei giornalisti al margine dell'evento, il ministro Centinaio ha spiegato che la scelta di accorpare il turismo al Mipaaf nonostante il cosiddetto "contratto del cambiamento" prevedesse un ministero ad hoc è, almeno nelle intenzioni, solo temporanea.
L'obiettivo è quello di creare un ministero con portafoglio, cosa attualmente impossibile e che lo renderebbe sostanzialmente inutile, per cui "io che mi occupo di turismo da anni preferisco tenerlo all'agricoltura. Sono tutti d'accordo di spostare la delega dal Mibact al Mipaaf. Il decreto sul turismo è pronto. Non andrà in questo Consiglio dei ministri, ma nel prossimo".
Come sarà il nuovo ministero? "Sarà sicuramente un ministero di marketing, di promozione e ancora di più di valorizzazione. La visione dell'Italia all'estero è quella di un paese bello e dove si mangia bene. Non possiamo pensare che uno straniero venga e si trovi a mangiare cose non prodotte nel nostro paese. Si deve mangiare italiano".
Rispondendo a una domanda sull'import selvaggio, Centinaio ha sottolineato il suo dovere di aiutare gli agricoltori nostrani: "Non sono il ministro della Tunisia o del Marocco. Va bene aiutare lo sviluppo dei paesi del Mediterraneo, ma io devo difendere gli agricoltori italiani e il made in Italy. In questo senso non è una battuta quando diciamo 'prima gli italiani'".