La stagione 2017 si è distinta anche per la mancanza di precipitazioni, tanto che si è riscontrato un deficit di oltre il 30% rispetto agli ultimi 200 anni. E le poche piogge cadute non sono servite a migliorare la situazione.
La Coldiretti ha stimato danni all’agricoltura per 1 miliardo di euro causati proprio dall’alternarsi di caldo, gelate e bombe d’acqua.
Una situazione che compromette i raccolti e i foraggi per l’alimentazione degli animali da nord a sud.
L’Emilia Romagna si sta muovendo per far riconoscere dalla Protezione civile nazionale l’emergenza idrica regionale, in modo da attivare una cabina di regia composta dagli assessorati all’Ambiente e all’Agricoltura, dai Consorzi di bonifica e dagli altri enti per far fronte alla situazione. In regione la siccità ha colpito maggiormente le colture di cereali e del pomodoro e le risorse idriche non sono sufficienti per garantire irrigazioni adeguate.
"La coltura del pomodoro è seriamente a rischio - dice Tiberio Rabboni, presidente dell’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del nord Italia - Il comparto industriale prevede serie difficoltà nell’approvvigionamento idrico durante la campagna di lavorazione estiva. Il tutto, purtroppo, con serie probabilità che lo scenario nelle prossime settimane possa ulteriormente peggiorare”.
In Toscana gli effetti del caldo anomalo hanno colpito duramente i cereali e le colture ortive di pieno campo come meloni, zucchine e cocomeri.
Stessa situazione anche per le colture di erba medica e di fienagione che grava, in maniera indiretta, anche sugli allevamenti da carne e da latte.
Nella regione Campania preoccupano i bassi livelli dei fiumi Sele e Alento; i consorzi di bonifica che operano ai lati dei corsi d’acqua hanno adottato turnazioni straordinarie per razionalizzare le risorse.
116 milioni di metri cubi d’acqua mancano invece all’appello in Basilicata.
In Sardegna boschi, vigneti, oliveti e frutteti sono in sofferenza. Gli effetti di questo clima anomalo hanno riportato ripercussioni anche sui pascoli e sulle tasche degli allevatori costretti ad acquistare il foraggio fuori dall’isola.