Il 26 aprile passerà alla storia in Campania per essere il giorno della gelata più tardiva nella primavera che si ricordi, se pure confinata nelle aree interne delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno.
 
Per trovare un precedente evento successivo al 19 marzo - data oltre la quale di norma non si verificano gelate in Campania - occorre risalire al 2003, allorquando la gelata colpì anche nelle piane del Sele e del Volturno, ma nelle notti comprese tra il 3, il 4 ed il 5 aprile di quell'anno.
 
I danni maggiori della gelata del 26 aprile sembrano concentrati nelle provincie di Benevento e di Avellino, dove sono stati colpiti i vigneti. E domani una seduta del Consiglio provinciale di Avellino sarà in parte dedicata all’argomento.
 
"Un segnale istituzionale forte, che dimostra attenzione concreta verso gli agricoltori, colpiti da un evento climatico fuori stagione".
Commenta così Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania, l'incontro di venerdì mattina a Palazzo Caracciolo voluto dal presidente della Provincia di Avellino Domenico Gambacorta.
 
Il presidente Gambacorta ha accolto le preoccupazioni della Coldiretti e dei viticoltori presenti al tavolo, inserendo come primo punto all'ordine del giorno del consiglio provinciale dei domani proprio un focus sui danni provocati dalla gelata del 26 aprile. L'impegno è farsi portatore delle esigenze del territorio lungo la filiera istituzionale.
 
"La gelata - spiega il direttore Loffreda - ha colpito un'area vasta della Campania. In particolare le aree interne dell'Irpinia e del Sannio, ma anche il casertano e il salernitano. Un evento che ha colto di sorpresa gli agricoltori, specialmente in un'annata come questa che viaggiava con un mese di anticipo. E' pur vero che occorre ancora lavorare molto sulla cultura della riduzione del rischio d'impresa attraverso le assicurazioni, ma condizioni così eccezionali hanno bisogno di risposte altrettanto eccezionali".