"La riforma della Pac potrebbe causare al settore dell'olio di oliva in Italia effetti deleteri. Occorrono decisioni applicative a livello nazionale che siano ponderate e tali da scongiurare il pericolo di una forte riduzione del sostegno comunitario a favore di una coltura fondamentale per l'economia di molte regioni italiane". Così si è espresso Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Cno, il quale ha inviato una lettera al ministro De Girolamo, agli assessori regionali, ad alcuni parlamentari agricoli nazionali ed europei, alle organizzazioni professionali e alle altre Unioni nazionali olivicole.

"Abbiamo costituito un gruppo di lavoro ad hoc che ha studiato l'iter di approvazione della riforma e il possibile impatto sul nostro settore. Grazie all'impegno del Parlamento europeo, e in particolare diamo atto a Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo per l’autorevole e appassionato contributo, le proposte della Commissione sono state migliorate, ma non si è del tutto scongiurato, - ha notato Sicolo -, il rischio che gli olivicoltori possano perdere la maggior parte dei pagamenti diretti fino ad oggi intercettati".

Lo studio ha evidenziato come sia possibile una riduzione anche fino al 70% del sostegno oggi erogato a favore dei produttori olivicoli. Tutto dipende dalle scelte nazionali che saranno prese nei prossimi mesi. Le nostre preoccupazioni sono aumentate alla luce delle prime posizioni assunte: se non si terrà conto dei contraccolpi che dal 2015 si potrebbero avere sull’olivicoltura, si metterà a rischio l’olivicoltura nazionale. Invito i produttori olivicoli a seguire attentamente tutta la fase di discussione nelle Organizzazioni di appartenenza perché non si provochi la fine dell’olivicoltura italiana. Abbiamo avanzato delle proposte grazie alle quali l'impatto potrà essere attenuato - ha affermato il presidente Sicolo -. Sarà così possibile evitare di accelerare il processo di abbandono della coltivazione e di riduzione del potenziale produttivo che negli ultimi anni si è verificato. Chiediamo essenzialmente tre cose, - ha concluso il presidente del Cno -: una regionalizzazione mirata tale da salvaguardare le colture permanenti, come è stato fatto in Spagna; un sostegno specifico accoppiato tale da risultare incentivante per un settore sensibile come il nostro e, infine, un atterraggio morbido con una gradualità tale da evitare gravi squilibri per le imprese olivicole in questa delicata situazione di crisi di mercato".

Anche altri settori dell’agricoltura italiana, secondo il numero uno del Cno, sono esposti a un potenziale impatto della nuova Pac: “Mi rivolgo - ha affermato Sicolo -, ai rappresentanti della zootecnia da latte e da carne, agli operatori della filiera del pomodoro da industria, ai risicoltori, ai produttori di agrumi e chiedo loro di fare fronte comune per proporre un’applicazione compatibile con la necessità di assicurare un futuro ai nostri rispettivi settori”.