Gli Stati Uniti, con oltre 300 milioni di potenziali consumatori, rappresentano il primo mercato di sbocco per l’olio extra vergine di oliva made in Italy. Il mercato statunitense assorbe mediamente 250mila tonnellate all’anno di olio di oliva in generale e si colloca al terzo posto a livello mondiale per consumo con una quota che sfiora il 13%.
In questo modo gli Stati Uniti sono il primo mercato del consumo dopo quello europeo e, anche se i consumi pro-capite non raggiungono l’1%, il trend di crescita fa ipotizzare notevoli margini di incremento.
I dati sono stati forniti al summer Fancy Food di Washington nel seminario organizzato da Unaprol, Consorzio olivicolo italiano per presentare a buyer, ristoratori di eccellenza, giornalisti e cuochi I.O.O.% alta qualità italiana, il consorzio che rappresenta le imprese olivicole che producono il vero prodotto italiano garantito dalla certificazione della prima filiera olivicola italiana.
Dai dati elaborati da Unaprol emerge che tra 2004 al 2009 la percentuale di crescita del consumo di olio di oliva negli Stati Uniti è stata di circa il 2% ma fino al 2012 si prevede una crescita dello 0,8% e, sempre in base alle previsioni, il mercato dell’olio di oliva in generale crescerà entro lo stesso periodo del 2,60%. Gli Stati Uniti sono importatori netti di olio di oliva, nonostante dispongano di una piccola produzione interna concentrata prevalentemente nello Stato della California.
Sebbene negli ultimi anni gli oli italiani si siano dovuti confrontare con una molteplicità di prodotti sempre più competitivi provenienti da altri Paesi, essi conservano una posizione di assoluto primato nel panorama dell’offerta agroalimentare.
L’iniziativa di Unaprol a Washington viene realizzata nell’ambito delle attività di promozione, informazione e comunicazione del primo contratto di filiera per l’olio di oliva siglato con il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Particolare attenzione nella missione del summer Fancy food è stata dedicata agli incontri B2B (business to business) in considerazione del fatto che il 40% del consumo degli oli di oliva in generale negli Usa è rappresentato dal settore Horeca, che apprezza molto il prodotto di qualità.
Il consumatore americano ha preso coscienza che la dieta mediterranea può essere una soluzione nella lotta all’obesità e questo è il motivo principale della crescita dei consumi dell’extra vergine negli States. Ma non bisogna abbassare la guardia perché la contraffazione e il furto di identità sono in agguato.
Si calcola, infatti, che il mercato dei prodotti così detti Italian sounding sia dieci volte quello dei prodotti autenticamente italiani. Per contrastare questo triste fenomeno I.O.O.% alta qualità italiana, con il debutto di Washington, continua ad intensificare la rete di rapporti per affermare tra i nuovi consumatori che si può scegliere il vero olio extra vergine italiano rintracciando la sua vera origine certificata e di alta qualità dalla prima filiera olivicola del made in Italy nel mondo.
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