Il procedimento
Le forme già marchiate in bella mostra, un ambiente sterile, una vasca per la salamoia e una caldaia con interno in rame: basta poco per produrre il Grana Padano con tutti i crismi, ciò che non deve mancare è la manualità e la sapienza del casaro e la genuinità del latte crudo appena decremato per affioramento naturale.
Al caseificio Grana Padano i bambini guardano incantanti il processo un po' magico che porta il latte a diventare un formaggio stagionato ricco di vitamine, sali minerali e proteine. Il latte viene portato a una temperature di 31-33 gradi e attraverso l'aggiunta di siero innesto naturale e di caglio di vitello viene fatto coagulare. Dopo la rottura della cagliata e la cottura a una temperatura che supera i 50 gradi, la massa caseosa si deposita sul fondo della caldaia dove riposa circa 50 minuti, in modo da rassodare e spurgare, prima che il casaro estragga la forma con una pala di legno.
I dati di Grana Padano
Il consorzio Grana Padano si compone di 140 caseifici produttori, nel 2014 c'è stata una crescita della produzione del 2,02% sul 2013. Le forme prodotte sono state oltre 4 milioni e 800mila.
In crescita anche le esportazioni, nonostante la crisi che ha colpito anche il settore. L'anno scorso le forme di Grana andate all'estero hanno segnato un + 4.5% sul 2013.
“Siamo in aumento anche quest'anno – racconta Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela – i dati ovviamente arrivano a rilento ma la promozione sta dando frutti e il cambio favorevole con il dollaro ci ha aiutato nei primi mesi dell'anno”.
Ciò che non ha aiutato è invece l'embargo alla Russia: “I noti problemi politici hanno completamente bloccato il mercato”, aggiunge Baldrighi che dice la sua anche sul polverone sollevato dall'invito dell'Unione Europea all'Italia ad adeguare la normativa e a permettere la produzione di formaggi con il latte in polvere: “I dati del consumo in Italia indicano che il 44% dei formaggi consumati provengono dall'Ue – dice Baldrighi smorzando la polemica - e quindi già potenzialmente consumiamo prodotti fatti con i derivati del latte, solo che non ne siamo consapevoli. Ciò che è importante è che l'etichetta sia chiara, che il consumatore sappia se sta acquistando un formaggio fatto con il latte o con i derivati”.