La difesa è resa difficile dalle caratteristiche stesse di Halyomorpha halys. Si tratta infatti di un insetto polifago, in quanto in grado di cibarsi di un gran numero di specie di interesse agrario e non. Mobile, e quindi in grado di compiere grandi distanze in poco tempo. Prolifero, in quanto una femmina depone in media 250 uova, compiendo almeno due cicli l'anno. Ed infine ha dimostrato un buon grado di tolleranza a diverse sostanze attive insetticide oggi sul mercato, soprattutto rispetto a quelle consentite in biologico.
Gli agricoltori sono dunque alla ricerca di una soluzione che permetta di difendere le colture in maniera sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Su questo fronte un interessante spunto arriva dal progetto Contr-halys, finanziato dalla Regione Emilia Romagna nell'ambito del Psr 2014-2020 (misura 16.1.01) che vede il coinvolgimento di: Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Piacenza), Azienda Agraria Sperimentale Stuard, Pizzacchera Società Agricola S.s., Azienda Campo Dei Frutti, Centro di Formazione Sperimentazione e Innovazione Vittorio Tadini (Cfsivt).
Un momento della giornata dimostrativa
Il progetto Contr-halys
"Contr-halys è un progetto che ha come obiettivo quello di mettere a punto dei protocolli di difesa che si basino sulla realizzazione intorno ai campi di fasce seminate con essenze attrattive in grado di intercettare la cimice impedendo il suo arrivo sulla coltura. La presenza della cimice viene monitorata attraverso delle trappole e al raggiungimento di certe soglie si procede con un trattamento insetticida", spiega Ilaria Negri, ricercatrice dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e responsabile del progetto, che incontriamo durante un evento in campo dedicato a tecnici e agricoltori che si è tenuto presso l'Azienda Agraria Sperimentale Stuard.
Il principio alla base del progetto Contr-halys viene definito Attract&Kill e consiste nell'attrarre un insetto dannoso in un dato punto, ad esempio con un'esca alimentare o con feromoni, per poi devitalizzarlo attraverso l'impiego di insetticidi. Nell'ambito del progetto Contr-halys sono state condotte due prove, una su pomodoro da industria e una su pero, "protette" da fasce inerbite a loietto e soia.
La difesa del pomodoro dalla cimice
Per quanto riguarda il pomodoro da industria il campo è stato circondato da due fasce concentriche seminate a loietto e soia. "Il loietto è stato seminato nell'autunno 2020 in modo che il suo sviluppo primaverile fungesse da barriera alle piante di pomodoro appena trapiantate. La soia è stata invece seminata in primavera e ha offerto protezione fino all'autunno, quindi alla raccolta del pomodoro", racconta Sandro Cornali, tecnico sperimentatore dell'Azienda Stuard.Sia il loietto che la soia sono due specie particolarmente appetibili per H. halys, la quale le predilige rispetto al pomodoro. L'attrattività è stata resa ancora più forte grazie all'impiego di feromoni distribuiti lungo il perimetro.
Controlli di campo, effettuati tramite l'utilizzo di trappole, hanno rilevato una presenza cospicua della cimice sulla soia ad agosto, mentre nei mesi precedenti l'insetto era presente a basse densità. Questo fa pensare che il loietto in quel contesto non fosse necessario in quanto ad inizio stagione la popolazione di H. halys era poco numerosa e comunque aveva molte fonti di cibo in ambiente.
A partire da agosto la popolazione di cimice si è fatta sempre più numerosa e in questo scenario la soia ha rappresentato un ottimo catalizzatore. "Una volta appurata la presenza di una popolazione consistente di cimice lungo la fascia inerbita abbiamo proceduto con un trattamento insetticida che ha visto l'impiego di acetamiprid per la tesi gestita in convenzionale e piretro naturale per la tesi in biologico", spiega la ricercatrice Negri.
Rilievi di campo effettuati successivamente ai trattamenti hanno dimostrato che l'acetamiprid è stato efficace nell'abbattere gli esemplari di Halyomorpha halys, mentre il piretro ha avuto un effetto più che altro repellente che ha spinto le cimici ad allontanarsi momentaneamente dalla fascia coltivata a soia.
Una cimice catturata dalla trappola
Anche se i dati sono ancora in elaborazione è possibile dire che la fascia di soia, se sviluppa la presenza di baccelli durante la finestra in cui il pomodoro è suscettibile agli attacchi di cimice, è in grado di concentrare la presenza di H. halys rendendo dunque possibile un intervento insetticida di tipo abbattente che però non entra in contatto con la coltura.
Per scoraggiare la cimice dall'abbandonare la soia per entrare nel campo di pomodoro i ricercatori hanno trattato con zeolite una fascia perimetrale del campo di pomodoro stesso. "Questa polvere di roccia potrebbe creare a livello della coltura un microclima più secco che, come abbiamo appena dimostrato in un articolo scientifico, non è gradito alla cimice", spiega Ilaria Negri.
La difesa del pero dalla cimice asiatica
Per quanto riguarda la difesa del pero le prove sono state impostate in maniera leggermente differente, prevedendo l'inerbimento non attorno al frutteto ma nel sottofila."Sfortunatamente l'annata è stata particolarmente negativa per le coltivazioni di pero in Nord Italia in quanto le gelate primaverili hanno azzerato completamente la produttività delle varietà precoci e hanno ridotto sensibilmente quella delle specie più tardive", spiega Sergio Tombesi, ricercatore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ha seguito la parte relativa al frutteto.
Inoltre, la semina delle essenze nel sottofila ha creato qualche difficoltà di sviluppo. Soprattutto la soia, essendo in ombra, ha avuto una crescita stentata, riducendo così la propria appetibilità nei confronti della cimice. I dati ricavati dall'analisi delle poche pere che si sono sviluppate hanno tuttavia registrato elevati attacchi di cimice. Dati più precisi saranno disponibili il prossimo anno, quando la prova sarà ripetuta.
A sinistra la fascia di soia e a destra il pomodoro
Concludendo
Il progetto Contr-halys è solo al primo anno, sui due previsti, e dunque è ancora prematuro trarre conclusioni, anche perché le prove su pero sono di fatto inutilizzabili a causa dell'andamento climatico e i dati sul pomodoro sono ancora in fase di elaborazione.Tuttavia è possibile fare alcune osservazioni:
- La soia rappresenta un elemento attrattivo per la cimice che predilige il legume rispetto ad altre specie di interesse agrario. Dunque, se la presenza dei baccelli in campo corrisponde con il momento di massima suscettibilità per la coltura target, essi possono rappresentare un efficace catalizzatore nei confronti di H. halys.
- Il loietto, a causa della sua precocità, potrebbe essere ininfluente nella gestione della cimice asiatica, soprattutto in colture di varietà tardive.
- Il piretro è poco efficace nel controllo degli esemplari di cimice: il suo effetto repellente potrebbe contribuire ad allontanare gli esemplari che trovano rifugio in aree del campo non trattate. Mentre acetamiprid ha una buona funzione abbattente.
- La zeolite può avere un'efficacia repellente nei confronti della cimice ma la sua applicazione deve essere fatta a regola d'arte e rinnovata dopo ogni fenomeno temporalesco in quanto facilmente dilavata dalle piogge.
- È necessario posizionare le trappole di monitoraggio in luoghi strategici e da questo punto di vista è importante conoscere le abitudini della cimice. Ad esempio nei mesi di aprile e maggio, quando gli esemplari svernanti lasciano i loro rifugi, è più probabile incontrarli nei pressi di edifici. Mentre durante l'estate, andando alla ricerca di aree fresche e ombrose, gli esemplari prediligono le chiome degli alberi o di arbusti, specie se di loro gradimento dal punto di vista alimentare.
Iniziativa realizzata nell'ambito del Psr Emilia Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del Pei per produttività e sostenibilità dell'agricoltura, Focus Area 4B – Progetto: Approccio sinergico per la difesa sostenibile delle colture frutticole e orticole nei confronti della cimice asiatica (Halyomorpha halys) - Contr-halys