Non è certo la prima acquisizione nel mondo degli agrofarmaci, né sarà l’ultima. Non tutte le fusioni/acquisizioni hanno però portato pieni benefici, lasciando magari sul campo qualcosa, vuoi per convenienza strategica, vuoi per il rasoio dell’Antitrust.
Ora Fmc assorbe Cheminova e a quanto pare la faccia buona della medaglia è quella ampiamente maggioritaria. Lo spiega Giovanni Corbellini, country manager di Cheminova Agro Italia.
 
Dr. Corbellini, l’anno corrente ha portato per voi di Cheminova una grossa novità…
Già. Nel corso del 2015 Fmc ha perfezionato l’acquisizione di Cheminova, dando vita a un polo produttivo che integra origini, presenze geografiche e assetti societari diversi fra loro. Fmc e Cheminova, infatti, hanno una presenza geografica complementare. Fmc è attiva soprattutto nel Nord e nel Sud del Continente Americano, mentre Cheminova è un’organizzazione ben consolidata in Europa. L’unione delle due società permetterà quindi una copertura territoriale del Globo omogenea, permettendo anche di realizzare un’offerta combinata più completa di quanto potevano in origine offrire le due singole organizzazioni”.
 
Ogni commerciale si augura sempre di avere nuovi prodotti da vendere. Quali vantaggi giungeranno in termini di offerta da parte Vostra? 
“Le due differenti linee di prodotto si arricchiranno reciprocamente realizzando un’offerta alquanto rafforzata per numero e qualità di proposte. Ciò grazie al fatto che la produzione Cheminova è più orientata alla commercializzazione e allo sviluppo di prodotti off-patent, mentre la produzione Fmc è composta essenzialmente da specialità dedicate a ben precisi segmenti di mercato”.
 
La prospettiva è quindi quella di raggiungere turn-over ancora maggiori degli attuali?
Sì. Anche dal punto di vista dei volumi commerciali i numeri futuri appaiono interessanti, dal momento che il fatturato cumulato delle due società è circa quattro miliardi e mezzo di dollari, il 77 per cento dei quali realizzato dalla divisione Agro Solution. Ciò consentirà al binomio Fmc+Cheminova di posizionarsi in settima posizione nel ranking mondiale delle società "agrochemicals" proponendosi quindi con una massa critica più importante che darà anche luogo a maggiori capacità di investimento, sia in termini  di tecnologia sia di nuovi prodotti”. 
 
In termini operativi, l’integrazione delle due realtà aziendali come sta procedendo?
L’unico aspetto ancora oggetto di valutazione è costituito dalle modalità di distribuzione nelle varie unità locali. Di certo, le vendite dirette di Cheminova Agro Italia, che nel futuro assumerà il brand Fmc, si arricchiranno delle specialità Fmc, ed altrettanto certo che attraverso le distribuzioni b2b, business-to-business, si cercherà di ottenere la maggiore sinergia possibile tra le diverse linee di prodotti”.
 
Un processo complesso a quanto pare. Avete già previsto il momento del suo completamento? 
Difficile stimare i tempi in cui tale processo si completerà anche se la volontà è quella di accelerarlo il più possibile. I più recenti studi inerenti le fusioni e le acquisizioni industriali hanno in effetti evidenziato che i completamenti rapidi e tempestivi delle iniziative di integrazione aumentano le probabilità di successo a lungo termine a livello di produttività e redditività. Se osserviamo i primi 100 giorni del processo di integrazione Cheminova-Fmc notiamo un elevato livello di partecipazione attiva da parte di tutte le funzioni aziendali distribuite nelle varie aree geografie del Pianeta e questo permette di guardare con ottimismo al futuro avendo solide fondamenta sulle quali costruire i passi successivi”.