Un’azienda tedesca che va bene in Italia. Negli attuali scenari di incertezza politica, sociale ed economica parrebbe quasi uno scherzo, invece non lo è. L’Italia è infatti un Paese di strategica importanza anche per colossi industriali di proporzioni globali, i quali continuano a credere nel Belpaese. BASF è uno di questi.
Il Gruppo, presente nel Paese con 16 siti di cui 11 produttivi, ha chiuso infatti l’esercizio 2013 con vendite complessive pari a 1,9 miliardi di Euro in aumento del 3% rispetto ai risultati 2012. Un trend di sviluppo in linea con quello del Gruppo, appunto, che con un +3% ha raggiunto i 74 miliardi di euro di fatturato globale.
Le vendite hanno rispettato le attese e hanno segnato una controtendenza rispetto alla situazione del mercato chimico in Italia. Secondo i dati Federchimica, infatti, la produzione nel Paese ha registrato un -2,2% nel 2013, con significative flessioni in molti settori del comparto. In questo contesto, i risultati di BASF hanno beneficiato della crescita di segmenti quali le soluzioni per l’agricoltura e il business dei performance products.
 
In un mercato interno in recessione, la tenuta dei nostri risultati dimostra la solidità dell’azienda - ha dichiarato Erwin Rauhe, Amministratore Delegato di BASF Italia e Responsabile per il Sud Europa - L’Italia resta un paese chiave, con una tradizione e un know-how nella chimica di primo livello in Europa. La nostra produzione, più specialistica e fortemente orientata alle necessità dei nostri clienti, è complementare con quella realizzata dalla nostra casa madre in Germania dove le logiche sono quelle dei grandi volumi realizzati in un sistema e ciclo produttivo integrato, quello che noi chiamiamo verbund.
 
Sono proseguiti anche nel 2013 gli investimenti di BASF in Italia volti al continuo miglioramento dei processi industriali e all’ottimizzazione dell’efficienza degli impianti produttivi anche, e soprattutto, in termini di utilizzo delle risorse energetiche e di ulteriori riduzioni delle emissioni.
Altro tassello importante che ha permesso a BASF  di consolidare in Italia la propria posizione sul mercato è quello della formazione che ha coinvolto i 1.500 collaboratori italiani. In linea con il principio strategico BASF “Formiamo il miglior team”, sono state erogate nell’anno oltre 56 mila ore di formazione, con una media pro-capite di 5,3 giorni. Particolarmente significativo in quest’area rimane il progetto "Talent for Manufacturing", nel cui ambito e` sorta un academy interna a BASF in Italia per sostenere lo sviluppo e la crescita professionale di ingegneri e chimici neoassunti. Questa iniziativa, che si sviluppa su due anni, abbina momenti di formazione in aula, sia tecnici che manageriali, a un lavoro di approfondimento “on the job” che ciascuno svolge all’interno del proprio sito industriale, supportato da un tutor. “Promuovere e sostenere l’innovazione vuole dire anche mettere i talenti nelle migliori condizioni per esprimere il proprio potenziale e crescere in una realta` in continua evoluzione e cambiamento”, spiega Rauhe.

L’azienda prevede di poter proseguire con una buona performance in un contesto che rimane molto sfidante anche per l’anno in corso. Resta il nodo del costo dell’energia, che penalizza oltremodo il mercato italiano rispetto agli altri paesi.
A fronte di una crescita organica, oggi l’azienda guarda sempre più con grande interesse al tema della sostenibilità. “La chimica è in grado di coniugare oggi la sostenibilità con soluzioni innovative e performanti andando incontro e, per alcuni aspetti, anticipando le aspettative e le esigenze delle industrie e dei cittadini-consumatori. Il Gruppo BASF ha sviluppato prodotti e soluzioni a livello mondiale che gia` garantisce ai propri clienti e che pensiamo possano essere messe al servizio di tutto il mercato italiano”, ha concluso Rauhe.