La richiesta sempre più pressante di prodotti con basso contenuto di residui da parte della Gdo e le continue restrizioni nell’impiego dei principi attivi stabiliti dalle normative europee impongono soluzioni di difesa innovative.

"La lotta ai parassiti - dice Massimo Benuzzi, manager di Intrachem, nel corso di un incontro con gli orticoltori della Piana del Sele (Sa) - è possibile unicamente con un approccio integrato. Solo la combinazione di più tecniche di difesa consente di tenere sotto controllo i più temibili parassiti delle specie coltivate".

In quest’ottica va valutata la linea 'No Residue'  di Intrachem che, nel corso dell’incontro, ha presentato due prodotti a base di funghi antagonisti della ditta tedesca Prophyta, particolarmente utili per la difesa delle orticole ed utilizzabili in combinazione con qualsiasi altra molecola tradizionale.

"Uno dei problemi più avvertiti dagli orticoltori è quello relativo agli attacchi sempre più frequenti di Sclerotinia - ha aggiunto Benuzzi -. Ciò è vero soprattutto per i produttori di lattuga che, però, non hanno ancora inteso che è necessario agire in maniera preventiva".

L’impiego di funghi antagonisti, specificamente di Coniothyrium minitans, è in grado di disinfettare il suolo attaccando gli sclerozi della Sclerotinia sclerotiorum e S. minor senza alcuna azione collaterale sull’ecosistema. Gli effetti sono visibili soprattutto quando si praticano cicli ripetuti di lattuga.

I biofungicidi, solitamente, sono maggiormente utilizzati sulle specie a ciclo lungo, come carota e rapa, dove gli agricoltori vedono immediatamente gli effetti.

"Sulle specie a ciclo breve, come appunto la lattuga, si interviene solo con il problema in atto e solo con principi chimici, spesso con lunghi tempi di persistenza e le immaginabili conseguenze - ha spiegato il manager dell'azienda cesenate -. Il biofungicida, invece, va applicato al terreno 2-3 mesi prima per permettere all’antagonista fungino di avere il tempo necessario per estrinsecare la propria azione disinfettante nello strato di suolo interessato".

Un altro prodotto ad azione biologica utilizzato contro i nematodi galligeni (Meloidogyne spp.) è quello a base di spore del fungo antagonista Paecilomyces lilacinus.

“L’attività nematocida si basa sul parassitismo: le ife del fungo, infatti, parassitizzano le uova, il corpo degli stadi giovanili e quello delle femmine adulte uccidendole in pochi giorni”.

Il prodotto a base del fungo, ammesso in tutte le colture attaccate da Meloidogyne spp, è impiegabile in fertirrigazione durante tutto il ciclo anche in combinazione con i nematocidi chimici tradizionali, non ha intervallo di sicurezza, non lascia residui e non è fitotossico.

“Si tratta di prodotti utilizzabili sia in coltivazioni ‘biologiche’ sia nei programmi di lotta integrata, che vanno conservati con cura e utilizzati tempestivamente, poiché hanno una data di scadenza”, ha concluso Benuzzi.

Per il prossimo futuro, la Prophyta ha già in sperimentazione cinque nuovi prodotti a base di microrganismi, tra cui un prodotto a base di Nomuraea releyi utilizzabile contro la Spodoptera: prodotti di elevata qualità ottenuti con metodologie innovative che ne amplificano l’efficacia.