Un progetto che va nella direzione tracciata da anni da Arsial della tutela e della valorizzazione del patrimonio genetico agrario della regione, che per quanto riguarda le viti da vino ha portato negli anni all'iscrizione nel registro nazionale di nove varietà locali.
Così nel nuovo vigneto, oltre ad una base di Malvasia di Candia e di Montepulciano, sono state messe a dimora 250 barbatelle per ognuna delle quindici varietà laziali scelte che sono: Maturano bianco, Pampanaro bianco, Reale bianca, Petroveccia bianca, Capolongo bianco, Tostella bianca, Lecinaro nero, Cesenese nero, Ulivello nero, Corapecora nero, Maturano nero, Nostrano nero, Uva Giulia nera, Calamaro nero e Capolongo rosso.
La vigna oltre ad essere una collezione varietale, servirà per realizzare prove di mesovinificazione dei vari vitigni per valutarne al meglio le potenzialità enologiche.
In più sono state impiantate anche barbatelle di Moscato di Terracina risanate mediante termoterapia e certificate esenti virus, in collaborazione con il Crea viticoltura enologia.
Un progetto, quello del risanamento, che verrà esteso anche ad altre due varietà, la Malvasia del Lazio e il Nero buono, sempre in collaborazione con il Crea e con l'Università della Tuscia.
Per il Moscato di Terracina, che ad oggi non ha cloni iscritti nel registro nazionale delle varietà di viti da vino, partirà anche un progetto di selezione clonale.
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Fonte: Arsial