Il frutto della noce è un piccolo gioiello della natura, una bontà ricca di preziose sostanze benefiche. Le alte concentrazioni di acidi grassi Omega-3, vitamina E e Arginina lo rendono un alimento unico che può contribuire al nostro benessere ed in particolare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Per questo ed altri motivi stanno aumentando enormemente i consumi di noci in Italia e nel mondo.

Per seguire questa tendenza è nato nel 1997 il progetto 'Noci, terre di Romagna', con l'obiettivo di far crescere la coltivazione del noce nei territori romagnoli. Grazie a questo progetto si vuole inoltre elevare questi territori a polo nocicolo d'eccellenza nel panorama nazionale ed internazionale.

AgroNotizie ha intervistato Alessandro Annibali, amministratore delegato di New Factor, per approfondire alcuni temi sul noce e la sua coltivazione e per farci comprendere quali sono le prospettive prossime future del comparto nocicolo.

"La frutta secca in generale, ed il noce in particolare, è un'importante alimento - spiega Annibali -. Sia come ingrediente di un piatto ricercato sia come snack, la frutta secca è un alimento prelibato, ma soprattutto è sano e ricco di importanti sostanze nutrienti. La frutta secca ha quindi tutte le carte per giocarsi un ruolo importante in un'alimentazione attenta alla salute ed al benessere. Proprio per quest'ultimo motivo i consumi di noci sono cresciuti molto negli ultimi anni: ad oggi valgono circa 6 punti percentuale all'anno. L'aumento è decisamente più importante sullo sgusciato che sul prodotto venduto con il guscio".

"Ad oggi il progetto 'Noci, terre di Romagna' conta circa 150 ettari messi a coltura dall'Azienda San Martino e da altre aziende agricole pioniere. Nei prossimi anni vorremmo raggiungere la superficie di 300 ettari. Presso l'Azienda San Martino di Forlì viene eseguita una prima lavorazione. Successivamente il prodotto passa presso la New Factor a Rimini dove viene definitivamente lavorato e confezionato, pronto per essere commercializzato sugli scaffali della Gdo".
 
Annibali: 'I consumi di noci nel mondo stanno crescendo moltissimo e il potenziale di crescita nel prossimo futuro è altissimo' 

"New Factor si impegna infine ad acquistare in esclusiva tutta la produzione delle aziende aderenti al progetto. Il prezzo che corrispondiamo è lo stesso che viene indicato dal Marketing Board Californiano ai suoi produttori. In questo modo riconosciamo lo stesso valore che viene pagato sul mercato californiano (punto di riferimento al mondo) a parità di calibro e varietà".

"Il noce deve essere coltivato in aree vocate e in aziende che siano preparate a questa 'nuova' cultivar. E' una specie frutticola che vuole alto livello di meccanizzazione, alto livello tecnico, discreta specializzazione e capacità imprenditoriali. Di contro però è in grado di dare alta qualità del prodotto e alto reddito. Un'azienda agricola che vuole fare noce deve avere acqua, terreno pianeggiante o collinare, buon drenaggio del suolo, una discreta superficie a disposizione per la coltivazione (circa 6-8 ettari) e una visione a lungo termine, visto come la piena produzione si ha solo dopo il sesto o settimo anno d'impianto".

"L'Italia è un Paese che importa molto prodotto dall'estero, visto il suo consumo: 50 mila tonnellate consumate per una produzione di 15 mila tonnellate. In Europa si importano complessivamente 500 mila tonnellate, provenienti principalmente (circa il 60%) dalla California. Vi è quindi spazio per una produzione italiana di alta qualità che preceda quella californiana di circa un mese, con ampie possibilità di commercializzazione. Inoltre nel prossimo futuro la Cina prevede un aumento del suo ceto medio (+50% nel 2020) con la conseguenza di avere un potenziale di oltre mezzo milioni di nuovi possibili consumatori di noci".