Piccolo addendum sollecitato da qualche lettore al commento della settimana scorsa riguardante i primi dati emersi dal censimento agricolo Istat.
Un ulteriore dato molto rilevante è il continuo invecchiamento dell'agricoltura. Non occorre uno statistico per rilevare che l'età media sui campi è in continuo innalzamento. I recenti dati evidenziano come fra i capi azienda solo il 13% ha meno di 45 anni: nel 2010 la percentuale era del 17,6%. Abbiamo visto che negli ultimi anni vi è stato un certo impegno da parte dei governi per mettere in campo provvidenze a favore sia dei nuovi insediamenti sia per gli ampliamenti e consolidamenti fondiari. A queste si aggiungono talora anche interventi da parte dei Psr. Forse tutto ciò non è sufficiente - o magari non è ben studiato: qualche cosa, fuor di dubbio, non funziona.
Leggiamo spesso di un nuovo entusiasmo giovanile per le professioni agricole. Se questo è vero bisognerà assecondarlo meglio. Anche perché i giovani sono indispensabili per la competitività complessiva: sempre l'Istat ci fa rilevare che il 15,8% delle aziende agricole usa strumenti digitali, si tratta di una percentuale quadruplicata rispetto al 2010 (3,8%), ma ancora molto lontana dall'ideale. Per capirci: quando c'è un capo azienda under 45 la percentuale di aziende digitalizzate arriva al 32,2% (qui cominciamo ad esserci).
Proviamo a guardare al futuro: non a quello remoto, diciamo a 10 anni - stante la tendenza la realtà potrebbe essere inquietante. Bisogna correggerla, adesso.