Le differenze idrologiche fra le regioni sono state accentuate dalle piogge dei giorni scorsi che non sono cadute in maniera omogenea sull'Italia, e sono state accompagnate dal progressivo scioglimento delle nevi in quota. E' quanto rileva l'Osservatorio Anbi sullo stato delle risorse idriche: in particolare la situazione è critica nel bacino padano e in Puglia dove la stagione irrigua è ormai compromessa, si legge nella nota.

"Stanti le attuali condizioni delle riserve idriche, la stagione agricola 2020 nel Sud Italia è affidata soprattutto all'andamento meteorologico, nonostante lo sviluppo, in anni recenti, di sistemi irrigui sempre più efficienti – analizza Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. Guardiamo altresì con preoccupazione l'evolversi della situazione idrica anche in altre regioni a vocazione fortemente agricola come l'Emilia Romagna; è quantomai importante prevenire situazioni di criticità, che potrebbero penalizzare i raccolti in un'annata, segnata più che mai dalla necessità di garantire il massimo alle produzioni agroalimentari italiane".

Il dato più evidente è l'accentuarsi di una situazione critica per i principali fiumi dell'Emilia Romagna: Savio, Taro e Trebbia sono abbondantemente sotto la media storica e i livelli dello scorso anno; il Secchia è addirittura vicino al minimo storico (attuale portata: circa 3 metri cubi al secondo; media: mc/sec 19,5; l'anno scorso: mc/sec 36,35).

"Ciò dimostra il crescente andamento torrentizio, che caratterizza i nostri fiumi; basti pensare al rischio idrogeologico rappresentato in altri momenti dal Secchia, oggi in grande sofferenza idrica. Ciò conferma la necessità di un Piano nazionale invasi, fatto anche di bacini di laminazione per rallentare le piene, trattenendo quelle acque per utilizzarle nei momenti di bisogno come l'attuale - sottolinea il modenese Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio della acque irrigue, Anbi –. Investire nella sistemazione del territorio è un asset strategico per la ripartenza economica dell'Italia".

Non va meglio per i flussi dal fiume Po che, dopo le confortanti portate superiori allo scorso anno, raggiunte in Piemonte (al pari degli altri fiumi della regione: Dora Baltea, Tanaro, Stura di Lanzo), perde potenza man mano che si avvicina alla foce, segnando un deficit di oltre 720 metri cubi al secondo, rispetto a 12 mesi fa, al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro.

Per quanto riguarda i grandi laghi del Nord, il lago di Como (riempimento: 43,5%) è pressoché rientrato in media ed a beneficiarne è soprattutto il fiume Adda, tornato alle portate stagionali; permane sotto media il lago Maggiore (riempimento: 61,6%), mentre si abbassa, ma non preoccupa, il livello del lago di Garda (riempimento: 82,9%); abbondantemente sopra media si posiziona, infine, il lago d'Iseo (riempimento: 85%).

In Centro Italia continua a migliorare la situazione del lago di Bracciano, nel Lazio, mentre si mantengono su livelli superiori all'anno scorso gli invasi della Sardegna (ad oltre l'88% della capacità complessiva); anche i bacini marchigiani si mantengono sui livelli dello scorso anno, comunque i più bassi del recente quinquennio.

In Puglia, pur essendo leggermente migliorata la situazione negli invasi, si accentua il deficit rispetto allo scorso anno (–122 milioni di metri cubi), obbligando ad un'irrigazione razionata e senza sicurezza di continuità.

Migliora decisamente, invece, lo stato delle risorse idriche in Basilicata, le cui disponibilità, pur rimanendo deficitarie rispetto al 2019, sono aumentate di quasi 9 milioni di metri cubi in una sola settimana.