E' bastato il voto contrario di Malta per bloccare la proroga all'impiego del glifosate.
Se ne discuteva nel comitato formato da Commissione europea e Paesi dell'Ue, come spiega “Italia Oggi” del 7 giugno. Per procedere con l'autorizzazione è infatti necessaria la maggioranza qualificata, che è venuta a mancare e ora Agrofarma chiede dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” che si prosegua negli sforzi per trovare una soluzione prima del 30 giugno, data nella quale scade l'autorizzazione all'impiego di questo diserbante.
Il tira e molla di Bruxelles sulla vicenda glifosate trova spiegazione nelle pressioni per bloccarne l'impiego che provengono dai movimenti ambientalisti, forti della petizione firmata da 1,4 milioni di cittadini Ue.
Eppure, si legge su “Avvenire” del 7 giugno, l'ente europeo per la sicurezza alimentare (Efsa) giudica improbabili i rischi per la salute derivanti dall'impiego del glifosate. Il parere dell'Efsa sembra non modificare l'atteggiamento dell'Italia, che secondo “L'Unità” del 9 giugno è orientata ad azzerarne l'impiego.
I vigneti con le quote
Anche per i vigneti si è alle prese con un problema di "autorizzazioni".
In questo caso sono i vincoli imposti da Bruxelles per i nuovi impianti, limitati ad una quota pari all'1% della superficie vitata nazionale. Area che corrisponde per l'Italia a 6376 ettari, come si apprende il 4 giugno da “Il Sole 24 Ore”, quantità insufficiente a coprire le domande degli agricoltori. Infatti la “Gazzetta di Modena” del 4 giugno ricorda che in Emilia Romagna sono stati autorizzati nuovi impianti per soli 523 ettari contro i 4700 richiesti.
Non va meglio in Toscana, dove “Il Tirreno” dell'8 giugno informa che le richieste per nuovi vigneti sono state di cinque volte superiori rispetto a quelle concesse. Al sistema di quote per i vigneti sono rivolte le critiche di “Libero” dell'8 giugno che parla di un meccanismo che finisce con il premiare i furbi.
In compenso ecco arrivare per il vino 337 milioni di euro destinati a sostenere il settore nell'ambito dell'Ocm per il 2017. I dettagli si possono leggere il 9 giugno su “Italia Oggi”.
Latte fra crisi e multe
Altro fronte critico è quello del latte che ha riscosso in questi ultimi giorni molta attenzione, in particolare per la richiesta di indicare in etichetta l'origine in tutti i prodotti lattiero caseari.
Ne parla il “Giornale di Vicenza” del 2 giugno ospitando un'intervista al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, che preme per avere in tempi brevi una risposta da Bruxelles.
Fra le proposte per arginare la crisi anche quella di favorire un rallentamento della produzione. Il “Foglio” del 3 giugno si interroga in proposito sugli incentivi necessari per raggiungere questo obiettivo.
Da Bruxelles nel frattempo si attende un nuovo pacchetto latte. Ne dà anticipazione “Il Sole 24 Ore” del 4 giugno che indica entro fine luglio la data entro la quale Bruxelles potrebbe decidere le nuove misure anti-crisi.
Mentre si attendono soluzioni alla crisi, il 9 giugno si torna a parlare di quote latte e multe con la notizia riportata da “Italia Oggi” sulla sentenza del Tar di Parma che ha annullato le sanzioni ad un gruppo di allevatori che si era opposto alle richieste di Agea.
Cala il reddito, cresce il bio
Quanto sia pesante la situazione delle stalle italiane lo dimostra la chiusura delle aziende zootecniche che negli ultimi due anni, scrive il “Giornale di Vicenza” del 5 giugno, sono diminuite del 20%.
A soffrire è però tutta l'agricoltura Ue che nel 2015 ha visto cadere del 4% il proprio reddito, dati che emergono dalle analisi di Eurostat riportate dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 2 giugno.
Controcorrente è invece l'agricoltura biologica, cresciuta del 20%, come si apprende il 6 giugno da “Repubblica”. Sensibile è la crescita dell'intero settore agricolo in Italia, che secondo le rilevazioni dell'Istat, riportate dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 7 giugno, ha registrato nel 2015 una crescita del 14%.
Risultati anche migliori si potrebbero raccogliere se andassero in porto le proposte del presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, per riaprire il mercato russo all'agroalimentare italiano. Se ne parla su “Repubblica” del 7 giugno.
Intanto già si registra un aumento delle importazioni russe per i nostri vini, notizia riportata da “Italia Oggi” dell'8 giugno. Peccato tuttavia che le vendite di vino online siano ferme in Italia al solo 0,2%, come denuncia nello stesso giorno “Libero”.
Danni da maltempo
Sui mercati ortofrutticoli il “Corriere di Romagna” del 7 giugno registra il positivo avvio di pesche e albicocche, ma restano alte le preoccupazioni per l'andamento climatico che in molte aree ha prodotto ingenti danni.
E' accaduto nel veronese, dove la grandine ha colpito in modo pesante mais e ortaggi, come scrive “Arena” del 5 giugno.
Per la “Nuova Ferrara” del 7 giugno sono in particolare pomodori e meloni le colture che hanno pagato il maggior tributo alla grandine.
Non va meglio nel Metaponto, si legge sulla “Nuova del Sud” dell'8 giugno, dove la grandine ha danneggiato le albicocche.
Nemmeno il pomodoro è sfuggito ai danni da maltempo e la “Gazzetta di Mantova” spiega che in molti casi è stato necessario procedere a nuove operazioni di trapianto, con gli inevitabili aumenti dei costi di produzione.
09 giugno 2016 Economia e politica