Il presidente del Calv, Claudio Valente, si gioca la carta del “no comment”, così come il direttore generale Pierluigi Guarise, che ricopre il ruolo di presidente di Cai, l’Associazione dei Consorzi agrari d’Italia legata al progetto Coldiretti.
Eppure, fonti interne a entrambi gli enti consortili confermano che il progetto è stato esaminato e che si sta lavorando per definire i dettagli e presentare una bozza definitiva ai consigli direttivi e, successivamente, alle assemblee dei soci per ottenere l’ok all’operazione. La tempistica, assicurano, sarà decisamente rapida, compatibilmente con la complessità dell’operazione. Nei prossimi mesi, se non addirittura entro la fine del 2013, potrebbero esserci già delle novità.
La creazione di una grande cooperativa leader nei servizi per l’agricoltura comporterebbe un ulteriore salto in alto – essendo entrambi i bilanci del Calv e del Consorzio di Padova e Venezia in attivo – secondo gli operatori più rispondente alle mutate esigenze economiche, dettate dallo scenario attuale. Un nuovo maxi consorzio, inoltre, comporterà la creazione di un piano industriale proiettato quanto meno sul prossimo triennio e dovrà contenere anche linee guida nei rapporti finanziari con gli istituti di credito.
Veniamo ai numeri. Il Consorzio agrario lombardo veneto copre le province di Mantova, Brescia, Verona e Vicenza. Conta su 5.950 soci e ha sede a Verona. Il bilancio 2012 ha visto un fatturato di 334 milioni di euro (+8% sul 2011).
Il valore alla produzione ha toccato i 346 milioni di euro e l’utile consolidato appena al di sotto dei 100mila euro.
Fra dipendenti, tecnici e collaboratori, che sono quasi 400, può contare su una rete di 64 agenzie territoriali e diversi centri logistici, che comprendono mangimifici, centri di ricambistica, officine. Accanto ai tradizionali servizi di vendita di mezzi tecnici, agrofarmaci, prodotti per la zootecnia e la mangimistica, trattori e mezzi meccanici, impianti di irrigazione, il Calv opera anche sul frnte produttivo, con una cantina ad Affi (Verona) ed un pastificio per la filiera del grano solo italiano ad Enna.
Il Consorzio agrario di Padova e Venezia è stato costituito nel 2001 e dieci anni dopo si è ampliato, facendo entrare nella propria compagine anche il Cap di Rovigo, modificando il proprio nome in Consorzio agrario del Nord Est. La sede è a Padova.
Il bilancio 2012 ha visto un fatturato di 207 milioni di euro; l’esercito di dipendenti e agenti è di circa 200 unità. A livello logistico il Consorzio agrario del Nord Est conta 52 punti vendita, 32 centri di raccolta, 26 officine autorizzate, 13 depositi carburante, 6 centri di essiccazione, 3 centri ricambi.
Rispetto ad altre fusioni avvenute in passato nel mondo dei Cap, in questo caso non si parla di salvataggio, ma di aggregazione e di potenziamento di due realtà in bonis. Ed è questo il valore aggiunto, dicono dall’interno fonti vicine al Calv, che ci lascia ben sperare sul buon esito dell’operazione.