Presentato stamane a Roma il rapporto Inea sullo Stato dell’agricoltura italiana. I primi risultati rappresentano un brutto risveglio per chi si è cullato negli scorsi mesi su generali proclami di un settore refrattario alla crisi e in controtendenza rispetto alla situazione globale.
Nel 2012, infatti, si è registrato un crollo della della produzione del 3,3% e una caduta verticale del valore aggiunto (-4,4%) che quasi doppia quella del Pil (-2,4%).
Le imprese agricole perdono circa 19.000 unità e calano gli occupati.
Causa principale della debacle, la conclamata ipossia del mercato interno che non viene compensata da un export tutto sommato vivace e un incontrollato aumento dei consumi intermedi.
Risultati analoghi, ove non peggiori, per i nostri principali competitor europei: Francia e Germania.
Tra le poche note positive i dati dei primi mesi del 2013, che sembrano mostrare una reazione immediata del settore con un riallineamento alle posizioni precedenti alla caduta, un miglioramento nel saldo del bilancio import/export, e il forte progresso nel settore delle energie rinnovabili.