La Divisione Agro di Basf continuerà il suo trend positivo anche per l'anno in corso; lo ha dichiarato lo scorso 30 agosto a Limburgerhof il Presidente della stessa Divisione Agro, Hans W. Reiners alla conferenza stampa a cui hanno preso parte oltre sessanta giornalisti provenienti dai cinque continenti.
Secondo Reiners "Il valore dell'EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization - utile prima di interessi, tasse, ammortamenti e accantonamenti definito anche come Margine Operativo Lordo ndr) al lordo delle spese straordinarie potrebbe essere superato nell'anno in corso".
Infatti nel primo semestre 2005 la Divisione Agro di Basf ha realizzato un fatturato pari a 2,002 miliardi di Euro, in linea con i risultati 2004 ma con i vantaggi legati alla ristrutturazione operativa; ed entro il 2010 la Divisione intende superare i valori di mercato del 2-3%.

I cinque pilastri della strategia Basf
Questi risultati sono stati ottenuti grazie a cinque pilastri:
- il controllo dei costi e l'ottimizzazione dei processi produttivi e di ricerca;
- la riduzione delle scorte in giacenza presso la distribuzione e l'entità dei crediti ai propri clienti (riduzione di un terzo dal 2001);
- l'adeguamento del portafoglio prodotti con nuovi formulati sempre più adeguati alle esigenze dei clienti e la cessione di sostanze ritenute meno strategiche (in cinque anni sono state ridotte di oltre la metà le sostanze attive prodotte e di un terzo i formulati commercializzati, con la cessione di oltre 450 formulati di minore interesse a terzi);
- il costante sviluppo di nuove sostanze attive innovative (sono disponibili ben sette nuove sostanze attive pronte per la registrazione nelle diverse regioni mondiali e con un potenziale di fatturato di 1,1 miliardi di Euro).
- il progressivo aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo (passato dal 7,5% del fatturato nel 2003 al 9,3% nel 2005).
Grazie a questa visione strategica oggi circa un terzo del fatturato della Divisione Agro di Basf proviene da sostanze attive o nuove registrazioni introdotte dal 2001.
Un nuovo campo di lavoro della ricerca Basf è rappresentata dallo studio di nuove sostanze attive che, oltre a svolgere un'azione diretta nel contenimento dei patogeni, inducono la pianta a sviluppare ed utilizzare i propri sistemi di difesa endogena; lo stesso fungicida Pyraclostrobin (F 500) non solo svolge un'ottima azione fungicida, ma rafforza la vitalità della pianta.

Il mercato Europeo
Claus Illing, responsabile europeo della Divisione Agro di Basf e Vice Presidente del gruppo, ha invece posto l'accento sulle difficili condizioni operative riscontrate da Basf (e da tutto il settore agrochimico) in Europa; infatti dal 1990 ad oggi i costi di registrazione di una nuova sostanza attiva sono più che triplicati ed i tempi necessari si sono allungati in maniera inverosimile.
Dalla relazione è chiaramente emerso come i tempi italiani di registrazione di una molecola siano ampiamente i più lunghi d'Europa: in Italia sono necessari circa 45 mesi contro i 12 mesi dell'Inghilterra, i 24 mesi di Germania, i 27 della Spagna, i 30 della Francia ed una media Europea di 28 mesi.
Ma il ritardo con cui gli agricoltori possono utilizzare i nuovi prodotti (e la conseguente riduzione di competitività rispetto i pricipali competitor europei) non è dovuto a particolari complessità, ma alla semplice carenza di personale al Ministero della Salute.
Nuove opportunità per l'agricoltura europea, secondo Illing, si stanno aprendo con il progressivo aumento del costo del petrolio. In Europa (con riferimento all'estensione delle superfici agricole calcolate prima dell'entrata dei 10 nuovi paesi) già oggi ci sono ben otto milioni di ettari di terreno a riposo e ben maggiori sono le superfici disponibili con l'ingresso dei 10 nuovi paesi. Su questi terreni sarebbe possibile (e opportuno) coltivare piante per la produzione di materie prime rinnovabili i cui impieghi, integrati o alternativi al petrolio, sono già tecnicamente ed economicamente attuabili.
Secondo Illing è certo che nei prossimi anni il 100% dei terreni agricoli disponibili in Europa parteciperanno alla produzione, o per l'alimentazione umana e animale o per l'utilizzo nel settore energetico.

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